In una registrazione trapelata, Ben-Gvir si mostra cauto sull’agenda dell’estrema destra nel governo

Tel Aviv – MEMO. Un membro d’estrema destra che sta per assumere un posto chiave nel governo eletto di Israele ha avvertito i sostenitori di non cercare di muoversi troppo velocemente con la sua agenda, avvertendo – in una registrazione trapelata domenica – che alcune leggi pianificate potrebbero ritorcersi contro di loro, secondo quanto riferito da Reuters.

La scorsa settimana, il primo ministro eletto Benjamin Netanyahu ha promesso al leader del Jewish Power Itamar Ben-Gvir un posto come ministro della Sicurezza, con poteri estesi sulla polizia in Israele e nella Cisgiordania occupata.

L’ascesa di Ben-Gvir, un colono della Cisgiordania la cui fedina include condanne nel 2007 per istigazione contro gli arabi e sostegno verso un gruppo militante ebraico classificato come terrorista da Israele e Stati Uniti, ha suscitato preoccupazione in patria e all’estero.

Ma Ben-Gvir, ora avvocato, afferma che le sue posizioni sono diventate più moderate. Includono l’espulsione di coloro che ritiene terroristi o traditori – piuttosto che tutti gli arabi – e norme più flessibili sul fuoco aperto per le truppe che affrontano disordini palestinesi.

Il suo nuovo atteggiamento ha incontrato lo scetticismo e il disprezzo palestinese.

“Ben-Gvir vuole passare dall’essere un turbolento, violatore della legge, razzista e terrorista ad un uomo che possiede responsabilità ufficiali, in modo da poter trasformare questo razzismo ed odio in una politica ufficiale del governo, attraverso le posizioni che assumerebbe”, ha affermato il ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Maliki.

La probabile nomina di Ben-Gvir ha risuonato all’interno dell’esercito israeliano. Un soldato è stato sospeso venerdì dopo essere stato filmato mentre avvertiva gli attivisti filo-palestinesi nella città di Hebron, punto critico della Cisgiordania: “Ben-Gvir sistemerà questo posto”.

La radio dell’esercito israeliano ha mandato in onda una registrazione di un incontro interno al Jewish Power in cui un parlamentare discute una proposta di legge per l’espulsione di coloro che esprimono solidarietà con i militanti.

Ben-Gvir risponde: “Diciamo che domani mattina […] un membro della famiglia arriva e loda l’azione del dottor Goldstein, quindi dovrebbero essere cacciati fuori dal paese?”

Era un riferimento a Baruch Goldstein, un colono che si identificava con il gruppo ebraico ultranazionalista Kach e massacrò palestinesi in una moschea di Hebron nel 1994. L’attacco spinse Israele a bandire il gruppo, a cui un tempo apparteneva anche Ben-Gvir.

“Ogni disegno di legge che proponete ha conseguenze e impatti molto, molto ampi”, afferma Ben-Gvir nella registrazione. “Se sapete quali sono gli impatti e sapete cosa deve essere fatto, sono con voi. Ma prima, tutto deve essere compreso”.

Intervistato dalla Radio dell’Esercito, Ben-Gvir ha confermato la registrazione.

In altre interviste, ha anche rifiutato di essere attratto dalle precedenti richieste per porre fine al divieto della polizia sulla preghiera ebraica nel complesso della moschea di al-Aqsa a Gerusalemme, il terzo luogo più sacro dell’Islam che gli ebrei venerano come luogo di due dei loro antichi templi. I palestinesi e la Giordania considerano la preghiera ebraica in questo luogo una grande provocazione.

Intervistato domenica dall’emittente radiofonica israeliana Kan, ha detto solo che avrebbe “fatto tutto il possibile per impedire politiche bigotte sul Monte del Tempio”, usando il nome di Israele per il sito.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.