Invasione israeliana di Nablus. Volontaria italiana bloccata nella città vecchia sotto assedio.

Da Elisabetta Filippi, associazione Zaatar – Genova

Nablus – venerdì 4 gennaio

ore 11.30
 
la situazione peggiora di ora in ora, G. con i 3 volontari internazionali (1 inglese e 2 americani), si è riunita ai 4 volontari palestinesi. Devono prelevare da un abitazione, un bambino che necessita di cure molto urgenti, ma i soldati gli impediscono di avvicinarsi, soprattutto facendo largo uso di lacrimogeni.
 
Hanno dovuto indossare maschere antigas.
 
Elisabetta (zaatar)

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ore 9.30 
 
Ho sentito G. la notte è stata piuttosto tranquilla, pochi spari in lontananza. In questo momento la città è presidiata dai militari dell’IDF, ancora sotto coprifuoco, i check point chiusi.
 
G. si trovava in strada con gli altri volontari, presso 2 jeep militari e alcuni soldati che stavano cercando di identificare alcuni ragazzini che tiravano pietre. Era indignata "i ragazzini tirano le pietre e i soldati gli sparano, ti rendi conto?" .
 
Nel pomeriggio con gli altri volontari hanno programmato di portare buste di alimenti agli abitanti del centro storico, bloccati in casa dall’alba di ieri.
 
Elisabetta (zaatar)

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Giovedì 3 gennaio

Ore 20,49

Ho sentito poco fa G. era finalmente al "sicuro"  a casa, sembra che l’invasione sia ancora in corso ma la situazione con l’oscurità si è fatta più tranquilla.
 
G. mi ha raccontato al telefono quella che è’ stata una giornata pesante per Nablus, feriti, arresti. E’ stata una giornata pesante anche per G. la sua prima volta in Palestina. Da questa mattina all’alba lei e altri 3 internazionali si sono divisi in 2 gruppi, G. ed un ragazzo inglese hanno fatto da supporto e in molti casi da lasciapassare alla mezzaluna rossa palestinese. Sono stati lei ed il giovane inglese, ad accompagnare all’interno di un ospedale presidiato dall’Esercito Israeliano una donna malata, mentre ai medici e gli infermieri palestinesi che erano con loro è stato vietato l’accesso.
 
G. ha visto ragazzini palestinesi tirare pietre alle jeep dei soldati, che rispondevano, come sempre, con gas lacrimogeni, proiettili di gomma e, proiettili veri e propri. La città vecchia di Nablus era un campo di battaglia, con pietre, bidoni di tutto per le strade presidiate da soldati armati fino ai denti, che come sempre, hanno provato ad intimorirli, chissà perchè poi… prima sequestrandogli i telefoni cellulari, per poi restituirli qualche tempo dopo, poi altri soldati confiscandogli i passaporti, qualche ora dopo, minacciandoli inoltre di far intervenire la police border per arrestarli. L’intervento del console italiano, allertato precedentemente, ha fatto restituire poi i passaporti.
 
La giornata è passata così, tra interventi di soccorso, e continue deviazioni per fuggire agli spari che non hanno risparmiato neppure un ambulanza, secondo il clichè dell’IDF.
 
Adesso G. è a casa, le è stato detto di non uscire, una abitazione sopra alla collina è stata occupata dall’IDF ed è pericoloso, soprattutto col buio.
 
Nablus è assediata, i check point sono chiusi, il coprifuoco è in corso. Non si sa quando l"operazione" finirà.
 
Elisabetta (zaatar)

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Giovedì 3 gennaio

Comunicazione urgente da Elisabetta dell’associazione Zaatar di Genova.

Ho sentito nuovamente G. fortunatamente i soldati le hanno restituito il passaporto, a lei e agli altri. L’invasione è ancora in atto e mentre parlavamo si sentivano la sirene delle jeep dell’ Esercito Israeliano.
 
G. mi ha detto che i soldati sparano ai ragazzini che tirano le pietre contro le jeep ma non dove si trova lei in questo momento. Ha ricevuto la telefonata del Console Italiano allertato precedentemente durante il sequestro dei passaporti dai volontari stessi.
 
Che dire… sono stata proiettata indietro nel tempo: agosto 2002 – Nablus. Non è cambiato niente, è solo peggio.
 
Elisabetta (zaatar)

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Una nostra volontaria, G., si trova nei T.O. da 2 settimane. L’ho sentita pochi minuti fa al telefono. Si trova a Nablus ed è in corso un invasione da parte dell’esercito israeliano. La città è sotto coprifuoco.
 
G. si trova con altri internazionali nelle strade della città vecchia. Un gruppo di soldati ha sequestrato i loro telefoni cellulari per un certo tempo, dopo varie pressioni i cellulari sono stati riconsegnati e hanno potuto soccorrere una donna colpita da un malore.
 
Purtroppo però in questo momento altri soldati hanno sequestrato il pasaporto di G. di un inglese e di altri 4 palestinesi.
 
Per informazioni:
 
G. mobile: 00972 542596416
 
Elisabetta (associazione zaatar)

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