Israele accusa l’agenzia per il nucleare dell’ONU di aver “capitolato” all’Iran

Tel Aviv – MEMO. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato domenica l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) di non svolgere efficacemente il controllo sulle attività nucleari dell’Iran e ha suggerito che l’organismo delle Nazioni Unite rischia di diventare politicizzato e irrilevante, secondo quanto riportato da Reuters.

La critica insolita è arrivata in seguito ad un rapporto dell’IAEA della scorsa settimana, secondo il quale l’Iran aveva fornito una risposta soddisfacente su un caso di particelle di uranio sospette e aveva reinstallato alcuni dispositivi di monitoraggio originariamente previsti nell’accordo nucleare del 2015, ormai in disuso.

Con l’Iran che ha arricchito abbastanza uranio fino al 60% di purezza fissile per due bombe atomiche, se ulteriormente raffinato – cosa che l’Iran nega di voler fare o pianificare -, Israele ha rinnovato le minacce di lanciare attacchi militari preventivi se la diplomazia internazionale dovesse fallire.

“L’Iran continua a mentire all’Agenzia internazionale per l’Energia Atomica. La capitolazione dell’agenzia alla pressione iraniana è una macchia nera nel suo curriculum”, ha dichiarato Netanyahu al suo governo in un discorso trasmesso in TV.

“Se l’IAEA diventa un’organizzazione politica, allora la sua attività di supervisione in Iran sarà priva di significato, così come i suoi rapporti sull’attività nucleare iraniana”.

L’IAEA non ha risposto immediatamente ad una richiesta di commento.

Mercoledì, l’agenzia ha riferito che dopo anni di indagini e mancanza di progressi, l’Iran aveva fornito una risposta soddisfacente per spiegare uno dei tre siti in cui erano state rilevate particelle di uranio.

Secondo un diplomatico di Vienna, quelle particelle potrebbero essere spiegate dalla presenza di una miniera ed un laboratorio di proprietà sovietica e l’IAEA non aveva ulteriori domande.

In riferimento a ciò, Netanyahu ha affermato: “Le scuse dell’Iran […] riguardo alla scoperta di materiale nucleare in luoghi proibiti non sono solo inaffidabili, ma tecnicamente impossibili”.

Tuttavia, il diplomatico di Vienna ha anche dichiarato a Reuters che l’IAEA mantiene la valutazione che l’Iran abbia effettuato test con esplosivi, decenni fa, che erano rilevanti per le armi nucleari.

Dopo che l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha abbandonato l’accordo nucleare con l’Iran nel 2018, Tehran ha aumentato l’arricchimento di uranio. Funzionari israeliani e occidentali affermano che l’Iran potrebbe passare dall’arricchimento al 60% di purezza fissile al 90% – grado bellico – entro poche settimane.

In un discorso all’ONU, nel 2012, Netanyahu aveva considerato l’arricchimento al 90% dell’Iran una “linea rossa” che potrebbe scatenare attacchi preventivi. Tuttavia, gli esperti sono divisi sulla possibilità che Israele – nonostante disponga di un esercito avanzato e ritenuto dotato di armi nucleari – possa arrecare danni duraturi alle strutture distanti, sparse e ben difese dell’Iran.

“In caso di decisione critica, in cui le due opzioni sono l’Iran che si avvicina a una bomba o noi che agiamo, agiremo”, ha affermato il ministro dell’Energia israeliano Israel Katz, membro del gabinetto per la sicurezza nazionale di Netanyahu.

“Stiamo preparando tutto in questo preciso momento”, ha dichiarato Katz alla radio Galey Israel.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.