Israele ha trasformato il cibo in un’arma per obbligare i palestinesi ad abbandonare i propri diritti, afferma ONU

Israele ha trasformato il cibo in un’arma per obbligare i palestinesi ad abbandonare i propri diritti, afferma ONU

New York – MEMO. Il Relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’alimentazione ha pubblicato due documenti in cui si afferma che il cibo è stato usato come arma da Israele per costringere i palestinesi a rinunciare ai loro legittimi diritti. I documenti sono stati preparati dal Gruppo arabo per la protezione della natura (APN) e descrivono in dettaglio la natura, il grado e l’impatto della violenza israeliana sui sistemi alimentari giordani e palestinesi.

Nel documento sulla situazione dei palestinesi, vengono descritte le varie tattiche adottate dall’occupazione israeliana per usare il cibo come arma. L’intento è quello di rendere i palestinesi dipendenti da Israele per il cibo e di costringerli a rinunciare ai loro diritti. Queste tattiche includono “lo sradicamento sistematico degli alberi, l’impedimento di accedere alle loro terre e la confisca illegale delle terre incolte, oltre all’avvelenamento sistematico dell’acqua e del suolo palestinese”.

Per quanto riguarda la situazione in Giordania, il documento dell’APN ha rivelato un piano israeliano per danneggiare il settore agricolo del Paese, incendiando le terre della Valle del Giordano, che rappresentano la pietra miliare della sovranità alimentare nazionale.

Il piano prevede anche l’espansione della “egemonia idroelettrica di Israele sulle risorse idriche della Giordania attraverso diverse strategie, come il sovra-pompaggio e la deviazione dell’acqua in eccesso per progetti di sviluppo, nonché l’inquinamento della parte meridionale del fiume con rifiuti agricoli”. Queste violazioni, afferma l’APN, “hanno avuto un impatto negativo sulle risorse idriche della Giordania, che è il secondo Paese al mondo per scarsità d’acqua in termini di consumo annuale pro capite”.

I documenti chiedono misure di responsabilità più severe per “ritenere Israele responsabile dei suoi attacchi sistematici al sistema alimentare palestinese e giordano, e per costringere Israele a risarcire gli agricoltori colpiti per i danni e le perdite causate da tali attacchi”.

Traduzione per InfoPal di F.L.