Israele propone un programma di pulizia etnica mascherato da umanitarismo

MEMO. Il ministero dell’Intelligence israeliano ha proposto un “programma di reinsediamento dei rifugiati a livello mondiale” come “soluzione” a quello che lo Stato di occupazione definisce il “problema di Gaza”. Il funzionario israeliano Gila Gamliel ha proposto il controverso piano in un articolo pubblicato dal Jerusalem Post.

Gamliel si rifiuta di riportare l’Autorità Palestinese a governare Gaza affermando che l’ANP ha già fallito in passato e che fallirà di nuovo. Ha invece proposto incredibilmente quello che sembra essere un programma di pulizia etnica mascherato da umanitarismo.

Una vittoria israeliana sarebbe la perfetta “opportunità”, ha spiegato Gamliel, rivelando che il suo ufficio “ha lavorato diligentemente su come dovrà procedere il giorno dopo che Hamas sarà stato sconfitto e annientato”.

Una sconfitta di Hamas non risolverebbe il problema per quanto riguarda Israele, ha sostenuto Gamliel. “Avremo ancora circa due milioni di persone a Gaza, molte delle quali hanno votato per Hamas e hanno festeggiato il massacro di uomini, donne e bambini innocenti”, ha detto Gamliel. “Gaza è un terreno fertile per l’estremismo”.

Gamliel ignora però il fatto che metà dei 2,2 milioni di abitanti di Gaza sono bambini e non erano nati né avevano diritto al voto durante le ultime elezioni del 2006. Ciononostante, gli ufficiali israeliani hanno utilizzato queste argomentazioni per giustificare le loro uccisioni indiscriminate. Dei 15.271 palestinesi uccisi dall’esercito israeliano, 6.403 sono bambini.

La proposta della comunità internazionale, tra cui gli Stati Uniti, di riportare l’Autorità Palestinese a Gaza è un “evidente difetto strutturale”, ha affermato Gamliel. Ha poi affermato che “l’ANP non ha un’ideologia marcatamente diversa da quella di Hamas”.

Dopo aver scartato il ritorno dell’Autorità Palestinese, Gamliel ha proposto il suo piano, non troppo celato, di pulizia etnica presentandolo sotto le spoglie di un programma di trasferimento umanitario volontario. La Gamliel, con totale indifferenza e molta faccia tosta, ha inoltre invitato le nazioni che sostengono i palestinesi a contribuire al reinsediamento dei rifugiati.

“Alcuni leader mondiali stanno già discutendo di un programma di reinsediamento dei rifugiati a livello globale e dicono che accoglierebbero i gazawi nei loro Paesi”, ha affermato Gamliel. “Questo potrebbe essere messo in atto da molte nazioni in tutto il mondo, soprattutto da quelle che sostengono di essere amiche dei palestinesi. Si tratta dell’opportunità, per coloro che dicono di sostenere il popolo palestinese, di dimostrare che non sono solo parole vuote”.

Oltre a ciò, il funzionario israeliano suggerisce, senza alcuna remora, di reindirizzare i fondi per la ricostruzione da Gaza ai costi per il reinsediamento dei coloni, in modo che i gazawi possano essere trasferiti all’estero. Ciò ignora completamente il ruolo centrale di Israele nell’aver creare il disastro umanitario attraverso l’assedio e il blocco dell’enclave che dura da quasi due decenni.

“Invece di destinare i fondi alla ricostruzione di Gaza o all’ormai fallita UNRWA, la comunità internazionale può contribuire ai costi di reinsediamento, aiutando gli abitanti di Gaza a costruirsi una nuova vita nei Paesi che li ospiteranno”, ha dichiarato Gamliel, riferendosi all’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso dei Rifugiati Palestinesi.

Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi