Israele tratterrà i fondi dell’Anp almeno fino a marzo 2013

Gerusalemme-Ma’an/Reuters. Il ministro degli esteri israeliano ha reso noto che Israele tratterrà, almeno fino a marzo 2013, gli introiti fiscali spettanti all’amministrazione del presidente Mahmoud Abbas, come rappresaglia per la campagna condotta da quest’ultimo alle Nazioni Unite. 

Secondo gli accordi di pace provvisori, Israele raccoglie 100 milioni di dollari al mese nella Cisgiordania occupata per conto dell’autorità palestinese, Anp. Tale denaro è indispensabile a quest’ultima per pagare gli stipendi del settore pubblico.

In un discorso tenuto nella serata di martedì 11 dicembre, il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman, ha dichiarato: “I palestinesi possono dimenticarsi di avere anche un solo centesimo, nei prossimi quattro mesi, e nel frattempo decideremo come procedere”. 

Israele sostiene che Abbas, eludendo i negoziati in fase di stallo e ottenendo la promozione della Palestina presso l’Onu, ha violato gli accordi di pace precedenti. 

Israele ha già trattenuto le somme di dicembre, affermando che il denaro sarebbe stato utilizzato per saldare i 200 milioni di dollari che i palestinesi devono alla società di energia elettrica israeliana. 

Lieberman, un fautore della linea dura del governo di coalizione conservatrice, guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, ha aggiunto che i palestinesi hanno anche un altro debito, che va saldato, con l’autorità idrica israeliana.

“Israele non è disposto ad accettare le misure unilaterali intraprese dai palestinesi, sbaglia chi crede che in questo modo si potranno ottenere concessioni o benefici”, ha aggiunto. 

All’inizio di dicembre, Yasser Abed Rabbo, un alto funzionario palestinese, ha affermato che Israele, rifiutandosi di restituire i fondi palestinesi, è colpevole di “pirateria e furto”. 

Lunedì 10 dicembre anche l’Unione Europea ha criticato Israele per questa mossa, dichiarando: “Gli obblighi contrattuali, quali il completo, puntuale, stimabile e trasparente trasferimento degli introiti fiscali e delle entrate doganali, devono essere rispettati”. 

Israele aveva già congelato i pagamenti spettanti all’Anp, durante i periodi di maggiore tensione diplomatica, suscitando forti critiche internazionali, come ad esempio un anno fa, quando l’Unesco, l’organismo culturale dell’Onu, ha accolto i palestinesi a pieno titolo. 

La vittoria di Abbas presso le Nazioni Unite è stata un duro colpo diplomatico per Usa e Israele, che insieme ad altri sette Paesi, hanno votato contro la proposta di elevare lo status della Palestina da “un’entità” ad uno”Stato non membro”, come il Vaticano, appunto. 

Poche ore dopo il voto all’Onu, Israele ha reso noto che avrebbe autorizzato 3.000 nuove unità coloniali in Cisgiordania e Gerusalemme Est, e accelerato la pianificazione di altre migliaia, in una zona vicina a Gerusalemme e sensibile geograficamente. I critici affermano che questo piano ucciderebbe un potenziale Stato palestinese.