Jihad islamico: ‘L’iniziativa all’Onu resterà incompleta perché lascia fuori i profughi’

Beirut – InfoPal. Il leader del Jihad islamico, Khaled al-Batesh, ha dichiarato che “non si arresterà la resistenza per la liberazione della terra e il ripristino dei diritti nazionali”.

“L'iniziativa internazionale – con il voto all'Onu – è un tentativo di furto ai danni della Palestina. E' una mossa che resterà incompiuta poiché non include i profughi palestinesi espulsi da Haifa, 'Akka, Jaffa e dal resto della Palestina occupata da Israele.

“Non sosterremo alcun'iniziativa – qualsiasi sarà il gruppo politico promotore – che pregiudichi i nostri diritti”, ed elencando una lunga lista di martiri della lotta di liberazione, al-Batesh ha ribadito l'impegno nella lotta di resistenza.

“La minaccia del veto, le dichiarazioni del presidente Usa, Barak Obama hanno smascherato quanto per noi era già una certezza, ovvero la falsità statunitense dietro la presunzioni diffuse nel mondo.

Le nostre case sono occupate e noi le libereremo da qui”.

Similmente alle dichiarazioni del leader del Jihad islamico, anche l'ufficio per gli Affari dei rifugiati palestinesi di Hamas ha espresso in queste ore la propria perplessità per l'esito del voto all'Onu.

'Azzam Yasser ha specificato in un comunicato stampa: “Questa richiesta di riconoscimento dello Stato palestinese entro le frontiere occupate da Israele nel 1967 equivale a rinunciare al 78% della Palestina mandataria.

“Il diritto ad avere uno Stato sovrano va di pari passo con il Diritto al Ritorno. Esiste il rischio che Israele venga esonerato da quella responsabilità”.

Poi, senza esitazioni, Yasser ha fatto sapere di considerare l'Organizzazione di liberazione della Palestina (Olp) responsabile e perseguibile presso un tribunale penale internazionale, qualora il rischio summenzionato dovesse realizzarsi.

Allo stesso modo, ha osservato 'Azzam, “con quest'iniziativa le agenzie responsabili dell'assistenza ai profughi come l'Unrwa si considereranno esonerate dalla propria missione. La Nakba, la catastrofe prodotta nel 1948, assumerà allora una dimensione ancora più rovinosa perché resterà totalmente estranea a qualunque quadro legale”.

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