Tel Aviv – MEMO. Le forze d’occupazione israeliane stanno attualmente mantenendo in detenzione 17 giornalisti palestinesi, secondo quanto denunciato lunedì dal Comitato di sostegno dei giornalisti (JSC). Secondo il comitato, l’ultimo ad essere arrestato è stato l’ex-prigioniero 56enne Nidal Abu Akar, dopo che le forze israeliane hanno fatto irruzione nella sua casa a Betlemme.
Abu Aker è stato rilasciato solo a maggio, dopo poco meno di due anni di carcere. Complessivamente, è stato imprigionato da Israele per 18 anni, la maggior parte delle volte sotto il sistema di detenzione amministrativa, senza accusa né processo.
Il gruppo per i diritti umani ha sottolineato che, a luglio, l’esercito d’occupazione ha anche vietato a due giornalisti palestinesi di viaggiare. “Il divieto di viaggio e gli arresti sono parte del tentativo dell’occupazione di limitare la trasmissione della verità e l’esposizione dei suoi crimini al mondo”, ha osservato il JSC. “Israele impone misure repressive per impedire ai giornalisti di compiere il loro lavoro, compresi i viaggi per svolgere i loro doveri professionali”.
Lo Stato d’occupazione, ha ribadito il comitato, sta violando la “libertà di espressione e di movimento” dei giornalisti. Ha descritto tali misure come “punizioni collettive ed una violazione del diritto internazionale ed umanitario fondamentale dei giornalisti”.
Il comitato ha chiesto alla Federazione internazionale dei giornalisti di intervenire per fermare le azioni dell’occupazione per limitare la libera circolazione dei giornalisti. Non ci sono stati commenti immediati da parte delle autorità israeliane sulle dichiarazioni del JSC.
Le organizzazioni per i diritti umani sottolineano che circa 4.650 palestinesi sono attualmente detenuti nelle carceri israeliane.