La pena dei detenuti palestinesi nelle cliniche carcerarie israeliane

La pena dei detenuti palestinesi nelle cliniche carcerarie israeliane

Cisgiordania – InfoPal. Il detenuto palestinese Tha’er Halalha dovrebbe essere rilasciato oggi da una prigione israeliana per fare ritorno dalla sua famiglia ad al-Khalil (Hebron). Aveva soportato uno sciopero della fame di 74 giorni contro l’arbitrarità della sua detenzione, chiedendo di essere riasciato.
“Da allora, Halalha non si è rimesso del tutto”, fa sapere Jawad Boulus, legale della Società dei prigionieri, il quale fornisce anche l’aggiornamento sullo stato di Bilal Dhiab, altro detenuto a lungo in sciopero della fame.
“Dalla clinica di Ramle, Dhiab potrebbe essere trasferito una cella ordinaria ad ‘Asqelon o Jilbo’ fino al termine della detenzione amminstrativa attualmente in corso, previsto per agosto prossimo.

Mohammed Sabha, leader di prigionieri, rende noto, invece, che non è stato raggiunto un accordo con l’intelligence israeliana, incontratata ieri in prigione, riguardo al caso di Dirar Abu Sisi, ancora detenuto in isolamento.

Detenzioni a oltranza. E’ stata estesa la detenzione amministrativa per il detenuto palestinese Ahmed Salim Ahmed, 49enne di Jenin.
Arrestato ad aprile 2011, l’uomo è rimasto ad oltranza in detenzione amministrativa. Quest’ultima proroga giunge su esplicita richiesta dei servizi segreti israeliani.
La Fondazione per i Diritti Umani, Tadamon, denuncia l’illegalità di questa decisione dal momento che l’ultima detenzione amministrativa, della durata di tre mesi, è abbondantemente scaduta.
Ahmed ha trascorso lungo tempo in prigionia. In passato direttore del fondo per le Zakat a Jenin, fu arrestato per la prima volta nel 1993 e detenuto per tre anni, poi di nuovo nel 2005 quando in prigione vi restò per un altro anno e mezzo. Dopo di allora aveva subito un intervento al capo per l’esportazione di un tumore. E’ dunque preoccupante la sua attuale condizione di salute.

83° giorno di sciopero della fame per Mahmoud as-Sarsak. Per la sua liberazione si è impegnato personalmente il principe ‘Ali bin Al Hussein, vice presidente dell’Associazione calcistica internazionale e presidente dell’Unione di calcio dell’Asia occidentale. Al Hussein promette di portare il caso di as-Sarsak, calciatore della nazionale palestinese, davanti alla Federazione internazionale (Fifa).

Si aggrava lo stato di salute di detenuti sofferenti. La società dei prigionieri lancia oggi l’allarme sul caso di ‘Amer Bahar, prigioniero palestinese di Abu Dis (al-Quds/Gerusalemme). L’amministrazione carceraia si era rifiutata di visitarlo e di curarlo nella clinica del carcere di Ramle. Solo oggi, dopo un peggioramento del suo stato di salute, il detenuto è stato trasferito in un ospedale specialistico.

Lina al-Jarbuni, detenuta palestinese in gravi condizioni di salute, era stata trasferita nella clinica israeliana Meir.
Questa decisione era stata presa in seguito al peggioramento per negligenza medica, contro la quale il suo avvocato, Tagrid Jahshan, aveva esposto denuncia.
Il resto delle detenute palestinesi avevano minacciato di avviare uno sciopero della fame se al-Jarbuni non fosse stata ricoverata in ospedale.

La detenuta soffre di colecistite (infiammazione della cistifellea), ha perso 20 kg di peso e deve essere operata quanto prima.

“In ospedale, intanto, Lina è detenuta con mani e piedi ammanettati – riferiscono dalla Società dei prigionieri -, e ancora Israele non ha permesso a un medico specialista di visitarla”.