Lapid ‘celebra’ il ritorno nell’Unione Africana

MEMO. Dopo quasi due decenni di tentativi, Israele ha finalmente ottenuto lo status di osservatore presso l’Unione africana, secondo quanto confermato giovedì dal ministero degli Esteri. Israele era un membro dell’UA, l’Organizzazione dell’Unità Africana, che venne sciolta nel 2002.

“Questo è un giorno di festa per le relazioni Israele-Africa”, ha detto il ministro degli Esteri Yair Lapid. “Questo risultato diplomatico è dovuto agli sforzi del ministero degli Esteri, della Divisione africana e delle ambasciate israeliane nel continente”.

Lapid ha descritto la lunga assenza di Israele dall’UA come una “anomalia”.

Il blocco ha una storia di sostegno ai movimenti anti-coloniali e naturalmente si avvicina alla causa palestinese. La Palestina ha già lo status di osservatore presso l’UA. “L’adesione ci aiuterà a rafforzare le nostre attività nel continente africano e con gli Stati membri dell’organizzazione”, ha affermato il ministro.

Tra le questioni considerate prioritarie per Israele c’è il record di votazioni su questioni relative allo stato di occupazione. Le organizzazioni plurinazionali come l’UA e le Nazioni Unite sono spesso molto critiche nei confronti di Israele per le sue numerose violazioni dei diritti umani.

A maggio, ad esempio, un alto funzionario dell’UA ha condannato “i violenti attacchi alla moschea di Al-Aqsa” da parte delle forze israeliane, nonché il bombardamento israeliano della Striscia di Gaza durato 11 giorni, che ha ucciso più di 250 persone, tra cui donne e bambini. Il funzionario UA ha ribadito “il continuo e forte sostegno dell’Unione Africana al popolo palestinese nella sua legittima ricerca di uno Stato indipendente e sovrano con Gerusalemme Est come capitale”.

Nonostante la sua lunga esperienza di sostegno ai palestinesi, l’UA – che è nata dalla lotta antimperialista del continente – è stata criticata per non aver fatto di più per aiutare i palestinesi nella loro lotta anti-coloniale. In effetti, negli ultimi anni, alcuni dei suoi membri hanno approfondito i legami con lo stato di occupazione nonostante la retorica filo-palestinese.

(Foto:  Kobi Wolf/Bloomberg/Getty Images)