L’Autorità Palestinese perde 285 milioni di dollari all’anno per gli accordi con Israele

337581CBetlemme-Ma’an. L’Autorità nazionale palestinese perde fino a 285 milioni di dollari all’anno per gli accordi economici con Israele, ha affermato lunedì la Banca Mondiale.

L’istituto finanziario mondiale ha annunciato la conclusione un giorno prima di presentare l’intera relazione alla commissione Ad Hoc Liaison a Bruxelles, che decide in materia di assistenza allo sviluppo dei Territori palestinesi.

Si è riscontrato che le entrate attuali in base agli accordi, come specificato dal Protocollo di Parigi – per cui Israele raccoglie l'”IVA”, le  tasse di importazione e altri ricavi per conto dell’Anp – ” non sono state effettuate sistematicamente”.

La Banca Mondiale ha stimato che “le perdite fiscali sul commercio bilaterale con Israele e la sottovalutazione delle importazioni palestinesi provenienti da paesi terzi”, ammontano a 285 milioni di dollari di entrate perse annualmente dall’Anp.

Ha aggiunto che l’importo potrebbe essere più alto, visto che non ha potuto fare delle stime per l’Area C – il 61 per cento della Cisgiordania occupata sotto il totale controllo israeliano – “a causa di limiti dei dati”.

“Queste entrate possono alleviare in modo significativo lo stress fiscale dell’Autorità”, ha detto la Banca Mondiale, sollecitando Israele e l’Anp a rilanciare la commissione congiunta israelo-palestinese, originariamente creata per monitorare l’attuazione del Protocollo di Parigi.

L’istituzione mondiale ha inoltre osservato che Israele è attualmente in possesso di 669 milioni di dollari dovuti all’Anp, compresi i contributi previdenziali dei Palestinesi che lavorano in Israele e i loro datori di lavoro “dovrebbero trasferirli in un fondo proprio che deve ancora essere creato dall’Anp”.

L’importo comprende anche le trattenute sugli stipendi di questi lavoratori che si suppone Israele trasferisca per coprire le loro spese sanitarie e prestazioni sociali. I gruppi per i diritti hanno condannato a lungo Israele per aver trattenuto questi fondi, lasciando i lavoratori palestinesi senza prestazioni di sorta.

Israele ha recentemente accettato di trasferire 128  milioni di dollari “per compensare alcune delle perdite accumulate nel corso degli anni”, ha detto la Banca Mondiale, lodando questo come “il primo passo di un maggiore dialogo”.

La relazione della commissione Ad Hoc Liaison sottolineerà anche il cattivo stato dell’economia palestinese e la necessità di “stimolare la crescita in un’economia che non cresce abbastanza per elevare gli standard di vita o ridurre l’alta disoccupazione”.

La Banca Mondiale ha affermato che l’economia della Cisgiordania era più forte nel 2015 che nel 2014, ma ancora “appena sufficiente per tenere il passo con la crescita della popolazione”, mentre a Gaza, non ci si aspetta che l’economia recuperi i livelli di prima della guerra almeno fino al 2018.

Ha detto che i lenti aiuti continuavano “a ostacolare il recupero di Gaza”, infatti solamente il 40 per cento degli aiuti stranieri promessi dopo la devastante guerra di Israele del 2014 è stato finora erogato.

“Si può capire la popolazione esausta quando 20 mesi dopo la guerra, solo il 9 per cento delle case completamente danneggiate e il 45 per cento delle case parzialmente danneggiate è stato riparato”, ha dichiarato Steen Jorgensen, direttore nazionale della Banca Mondiale. “Per queste persone a Gaza non c’è scampo”.

Traduzione di Edy Meroli