Le 'missioni di pace' del governo italiano: quando le parole edulcorano gli affari di guerra.

Da http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=7950 

Spese distruzione
Altri 25 milioni di euro per la guerra in Afghanistan. Quanto i tagli alla scuola fatti da Prodi.

Circa 25 milioni di euro. La stessa cifra che il governo Prodi ha tagliato dai finanziamenti alla scuola pubblica per il corrente anno scolastico, ora li investe per finanziare i rinforzi al contingente militare italiano schierato in l’Afghanistan.

Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, ha annunciato davanti alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato l’invio di otto carri armati ‘Dardo’, cinque elicotteri da attacco A-129 ‘Mangusta’, dieci blindati ‘Lince’ e 145 militari di equipaggio e supporto tecnico e logistico. Costo complessivo, calcolato solo fino a fine anno: 25,9 milioni di euro. “La
relativa copertura finanziaria – ha spiegato Parisi – d’intesa con la presidenza del Consiglio e con il ministero dell’Economia e delle Finanze verrà apprestata in sede di adozione del disegno di legge di assestamento del bilancio per l’anno 2007”. I soldi per l’istruzione non ci sono, ma per la guerra si trovano.

Nonostante l’incontestabile natura bellica dei mezzi militari in questione, Parisi ha rassicurato coloro che temono una deriva belligerante della “missione di pace” italiana.
“Gli equipaggiamenti aggiuntivi – ha spiegato il ministro – non potrebbero consentire un genere di missione differente da quella già adottata dal nostro contingente in accordo con gli alleati della Nato. I nuovi mezzi  permetteranno però di migliorare le capacità di esplorazione, la mobilità e la protezione, quindi la sicurezza attiva e passiva, delle nostre truppe”.
Chi si ostina a pensare che carri armati, elicotteri da attacco e blindati siano strumenti di guerra, si sbaglia. Parola di ministro.

Maso Notarianni

Roma, 14:54
AFGANISTAN: PARISI,INVIAMO 5 MANGUSTA, 8 DARDO E 10 LINCE
 
Cinque elicotteri Mangusta, otto corazzati Dardo, 10 blindati Lince e relativi equipaggi per un totale di 145 militari. Questi i mezzi per rinforzare il contingente italiano ad Herat, in Afghanistan, che opera nell’ambito della missione e Isaf. Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Arturo Parisi, alle commisioni Difesa e Esteri di Camera e Senato.

ARRIVANO I RINFORZI

 

 

 

 “Non manderemo in Afghanistan un solo soldato in più” aveva ribadito il governo un paio di mesi or sono, quando si apprestava a rifinanziare la missione di guerra/pace in terra afgana, con l’ausilio del voto di tutti quei partiti il cui spirito pacifista è rimasto confinato nelle fantasie della campagna elettorale.

“Manderemo in Afghanistan nuovi mezzi, ma questa decisione non altera la natura della missione italiana” ha annunciato oggi il Ministro della Difesa Arturo Parisi, nel goffo tentativo di giustificare l’ennesima promessa disattesa, facente parte della lunga serie di menzogne a cui questo governo ci ha abituati fin dal momento del suo insediamento.

 

In realtà nel contingente di rinforzo che sta per lasciare l’Italia con il compito di andare a combattere pacificamente in Afghanistan, di soldati in più ce ne sono 145, oltre a 13 carabinieri, 5 elicotteri Mangusta, 8 mezzi corazzati Dardo e 10 blindati Lince, il tutto per il modico costo aggiuntivo di circa 26 milioni di euro.

Naturalmente questa nuova “iniezione” di uomini e mezzi servirà, secondo le parole di un sempre più disorientato Parisi, ad aumentare le capacità esplorative e di movimento del nostro contingente, rivelandosi utile nelle situazioni attive e passive. Il tutto nell’ambito delle vere finalità della missione italiana, riguardo alle quali lo stesso Parisi ha chiesto a più riprese ragguagli al suo stato maggiore, volta a fare del bene a questo disgraziato paese, i cui abitanti hanno la cattiva abitudine di trovarsi troppo spesso sulla linea del fuoco dei propri benefattori.

 

La decisione di assecondare la richiesta americana di un rafforzamento delle forze italiane in Afghanistan, dopo avere più volte negato questa eventualità, dimostra inequivocabilmente il taglio sempre più militarista che sta connotando la politica presente e futura del governo.

I segnali in questo senso sono molteplici e molto significativi, primo fra tutti il vistoso incremento delle spese militari contenuto nell’ultima manovra finanziaria, assai più cospicuo di quelli realizzati dal governo Berlusconi negli anni precedenti. Altrettanto preoccupante è la decisione di investire 2 miliardi di euro per lo sviluppo di un progetto che consentirà di assemblare a Cameri, in provincia di Novara, centinaia di cacciabombardieri F35 della statunitense Lockeed Martin, 100 dei quali verranno acquistati direttamente dal governo italiano che si troverà così ad investire somme enormi per apparecchi “di attacco” il cui eventuale uso contrasterebbe nettamente con i dettami della nostra costituzione.

 

Come ha detto qualche giorno fa il generale Fausto Bertinotti, passando in rassegna i suoi uomini impegnati nella missione di guerra/pace in Libano, i nostri soldati sono la vetrina di questa nuova Italia e nell’immaginare cosa possa nascondersi dietro una simile vetrina si percepisce più di un brivido correre lungo la schiena.

 

Marco Cedolin

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