L’esercito turco prosegue i bombardamenti contro obiettivi siriani

PressTv. Mentre la tensione cresce tra i due Paesi confinanti, l’esercito turco continua a bombardare obiettivi siriani, in seguito all’attacco mortale che ha colpito una città del sud-est della Turchia. 

Ankara ha affermato che tali attacchi rappresentano la ritorsione turca contro la Siria, per i colpi di mortaio sparati da quest’ultima.

Mercoledì 3 ottobre, dei colpi di mortaio provenienti dal territorio siriano hanno provocato cinque vittime nella città di Akcakale, in provincia di Sanliurfa, a sud-est della Turchia. 

In una lettera al Consiglio di sicurezza dell’Onu, Ankara ha condannato l’attacco siriano, definendolo “una flagrante violazione del diritto internazionale”, e ha chiesto all’Organizzazione mondiale di agire per fermare tali “atti di aggressione”. 

Il parlamento turco si è riunito nella mattinata di giovedì 4 ottobre per discutere una mozione che dà il via libera alle operazioni militari oltre confine, all’interno della Siria, “qualora sia ritenuto necessario”. La mozione presentata dal governo turco è stata approvata. 

Nella tarda notte di mercoledì, gli ambasciatori della Nato hanno tenuto una riunione di emergenza a Bruxelles per discutere del bombardamento siriano e della replica turca.

L’alleanza atlantica ha condannato la Siria per l’incidente, chiedendo a Damasco di porre fine agli atti aggressivi contro un Paese membro della Nato, la Turchia appunto. 

Ahmet Davutoglu, il ministero degli Esteri turco, ha dichiarato che in una sua conversazione telefonica con il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, quest’ultima ha assicurato il pieno sostegno di Washington ad Ankara presso la Nato e l’Onu. 

Dal canto suo, Tommy Vietor, portavoce della Casa Bianca, ha dichiarato: “Sosteniamo il nostro alleato turco e stiamo valutando attentamente le azioni da intraprendere”. 

Tali reazioni sono arrivate nonostante il governo siriano abbia fatto le proprie condoglianze al popolo turco per l’attacco mortale, e ha annunciato l’avvio di un’indagine per scoprire la provenienza dei colpi di mortaio. 

Damasco ha anche chiesto di porre fine all’ingresso dei terroristi in Siria, afflitta da disordini mortali da oltre un anno. 

La Siria ha continuamente accusato alcuni Paesi occidentali e regionali, tra cui l’Arabia Saudita, il Qatar e la Turchia, di armare e finanziare gli insorti che combattono contro il governo del presidente siriano Bashar al-Assad.