L’omicidio israeliano della giornalista palestinese è una sfida per la CPI, afferma esperto legale

Gerusalemme/al-Quds – MEMO. L’omicidio della giornalista di Al-Jazeera, Shireen Abu Aqleh, da parte delle forze d’occupazione israeliane, ha messo la Corte penale internazionale (CPI) davanti ad una grande sfida, secondo quanto affermato lunedì da un esperto legale.

“Il silenzio del pubblico ministero della CPI e la sua inazione per ottenere le prove e chiedere a Israele di consegnare gli assassini è qualcosa di strano”, ha affermato l’esperto legale in un documento preparato dallo specialista di diritto internazionale giordano, Mustafa Nasrallah.

Ha aggiunto che il Pubblico ministero della CPI ha il diritto, secondo lo Statuto di Roma, di anticipare “immediatamente” le indagini sull’omicidio della giornalista per perseguire gli assassini.

Nasrallah, capo dell’Associazione giordana per i diritti umani, ha chiesto al procuratore della CPI di restituire l’onore al tribunale internazionale perseguendo gli “assassini sionisti” e prendendo misure contro di essi per i loro “crimini continui contro i palestinesi”.

“L’inazione contro le forze d’occupazione israeliane”, ha detto Nasrallah, “le incoraggia a continuare i loro crimini contro i palestinesi”.

Citando diversi rapporti internazionali di organizzazioni per i diritti umani e di organismi e funzionari delle Nazioni Unite, Nasrallah ha sottolineato che gli assassini di Abu Aqleh “sono israeliani”.

Ha sottolineato che le richieste israeliane per ottenere i proiettili che hanno ucciso Abu Aqleh per verificare se sia stata colpita dalle forze d’occupazione israeliane o dai combattenti palestinesi sono uno stratagemma volto a confondere la comunità internazionale.

“L’indagine israeliana sull’omicidio della giornalista non è credibile perché assolverà automaticamente i soldati dell’occupazione israeliana e incolperà i palestinesi”, ha detto, osservando che Israele non ha mai accusato soldati israeliani di aver ucciso palestinesi.