Mostra fotografica ‘Existence denied, dal checkpoint al machsom’.

Mostra fotografica “Existence denied, dal checkpoint al machsom”

La mostra “Existence denied” dei fotografi Andrea M. e Magda C. è presente dal 17 ottobre presso l'Alternative Information Center di Beit Sahour, Betlemme.

Il nostro lavoro ha avuto come scenario  i quattro venerdì dello scorso Ramadan, momento in cui crediamo risulti più facile comprendere il vero volto di un “checkpoint” e più difficile nasconderne il vero significato da parte dell'autorità israeliana, momento in cui risulta più evidente ciò che accade nella vita quotidiana di ogni abitante dei Territori Occupati Palestinesi.

  L'intento delle  immagini della mostra è quindi prima di tutto spostare l'attenzione sulla vera natura di un  checkpoint.

“Checkpoint” dall'inglese letteralmente significa “punto di controllo”, ma difficilmente sentirete questa parola pronunciata da un Israeliano o da un Palestinese

Il termine più usato  è “machsom” dall'ebraico “barriera” e la differenza tra questi due concetti ci rende il reale significato di questo strumento di privazione del diritto.

Ma per ironia della sorte “machsom” significa secondo la terminologia della kabbalah ebraica “barriera tra questo mondo e quello spirituale” e  mai  come durante il Ramadan tale parola risulta essere piu' appropriata.

Centinaia di migliaia di Palestinesi che hanno cercato di recarsi alla moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme per la preghiera del  venerdì si sono visti rifiutare in maniera aggressiva e immotivata il loro diritto al movimento ed il loro diritto alla preghiera, protetti tra l'altro dagli articoli 13 e 18 della dichiarazione universale dei diritti dell uomo.

Con le nostre foto abbiamo inoltre cercato di sottolineare, allo stesso tempo, l'arroganza e la prepotenza dei militari israeliani, e la resistenza pacifica e composta del popolo palestinese che nemmeno per un secondo ha sconfinato nella violenza o nella risposta alle ostilità ricevute.

Sfidando il caldo torrido del sole d'agosto, il digiuno imposto dal corano,  la lunga estenuante fila di attesa ed i malori che ne sono conseguiti, questa gente ha dovuto subire ulteriormente i maltrattamenti, l'umiliazione e nella maggior parte dei casi il  rifiuto  di recarsi a Gerusalemme.

Solo le donne sopra i 45 anni, gli uomini sopra i 50 ed i giovani sotto i 16 anni, sono stati autorizzati a passare ed il fatto che  sia stato rifiutato il passaggio durante i venerdì di preghiera a chi non rientrasse nelle fasce d'età consentite, pur  possedendo il permesso giornaliero di lavoro per recarsi da Betlemme a Gerusalemme, dimostra ulteriormente come queste “barriere” non abbiano nessuna relazione con la sicurezza.

Tutto ciò anzi non fa altro che accrescere  la sensazione di impotenza ed umiliazione che porta inevitabilmente all'odio nei confronti dell'unica faccia della società israeliana (i soldati) che ai palestinesi è consentito conoscere.

Stiamo organizzando in questo periodo delle esibizioni all'estero ed in Italia.

Chiunque sia interessato alle foto o all'organizzazione di una mostra può contattarci all'indirizzo  mad_kamboui@hotmail.com  o telefonare al numero 00972 (0) 59 85 86 275  

Pubblichiamo qui di seguito alcune foto presenti nella mostra.

 

 
 

 

 

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