MSF: le attuali atrocità a Gaza non erano mai state viste prima

Gaza. Medici senza frontiere (MSF) ha ribadito lunedì il suo appello per un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza assediata, per evitare altre morti e consentire l’ingresso di forniture umanitarie disperatamente necessarie.

L’MSF ha dichiarato in un comunicato: “Il nord di Gaza viene raso al suolo, ma anche l’intera Striscia viene bombardata. A Gaza non c’è alcun luogo sicuro in cui i civili possano rifugiarsi”.

“La risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che chiede una tregua umanitaria non ha fatto nulla, finora, per arginare la violenza diffusa e indiscriminata contro i civili a Gaza. La comunità internazionale deve intraprendere un’azione più forte per fermare lo spargimento di sangue”, ha aggiunto.

“Le persone vengono uccise e sfollate con la forza dalle loro case, mentre l’acqua ed il carburante scarseggiano pericolosamente. Vengono commesse atrocità su una scala mai vista prima a Gaza”, ha aggiunto l’MSF.

Gli ospedali stanno esaurendo le scorte di medicinali. All’inizio della settimana, il dottor Mohammed Obeid, chirurgo di MSF a Gaza, ha descritto la situazione come segue: “Gli ospedali sono pieni di pazienti. Amputazioni e interventi chirurgici vengono eseguiti senza un’adeguata anestesia. E gli obitori sono pieni di cadaveri”.

L’organizzazione medica ha anche sottolineato che il blackout delle comunicazioni ha limitato la capacità dei medici di coordinare il loro lavoro e di aiutare un gran numero di pazienti in cerca di cure mediche. L’interruzione del carburante ha inoltre impedito a migliaia di persone intrappolate sotto le macerie, alle donne incinte e agli anziani di cercare l’aiuto disperatamente necessario. L’MSF ha perso i contatti con la maggior parte dei suoi operatori a causa del blackout delle comunicazioni.

“In tutta Gaza, il numero di feriti che necessitano di assistenza medica urgente supera di gran lunga la capacità del sistema sanitario, che attualmente dispone di circa 3.500 posti letto.

Secondo il ministero della Salute di Gaza, dal 7 ottobre sono state uccise più 9.000 persone, circa 22.000 ferite, e 1976 disperse sotto le macerie. Un numero così elevato di vittime in un tempo così breve non è mai stato registrato, anche rispetto alle precedenti offensive israeliane su larga scala”, ha dichiarato l’MSF.

“Strutture sanitarie come l’ospedale al-Shifa della città di Gaza, dove alcuni operatori di MSF continuano a lavorare, sono sovraccariche di pazienti. Gli ordini militari israeliani di evacuare gli ospedali nel nord di Gaza sono pericolosi e disumani”, ha aggiunto.

L’organizzazione medico-umanitaria ha dichiarato che “venerdì sera, l’ospedale di al-Shifa era al completo con pazienti in cerca di cure mediche e decine di migliaia di altri in cerca di un rifugio sicuro. Secondo il diritto umanitario internazionale, i pazienti, gli operatori sanitari e le strutture sanitarie devono essere protetti ad ogni momento”.

Da parte sua, il presidente di MSF internazionale, dott. Christos Christou, ha dichiarato: “Persone indifese sono sottoposte a orribili bombardamenti. Le famiglie non hanno dove scappare o nascondersi, mentre l’inferno si scatena su di esse. Acqua, cibo, carburante, forniture mediche e aiuti umanitari a Gaza devono essere ripristinati con urgenza. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco ora”.

Christou ha sottolineato che “l’intera popolazione di Gaza, più di 2,2 milioni di persone, sta soffrendo sotto l’assedio israeliano. Si tratta di una punizione collettiva, vietata dal diritto internazionale umanitario”. 

Ha affermato che le autorità israeliane continuano a impedire l’ingresso di carburante a Gaza, essenziale per alimentare gli ospedali e gli impianti di desalinizzazione che producono acqua potabile.

“Prima del 7 ottobre, da 300 a 500 camion di rifornimenti entravano a Gaza ogni giorno, quando la maggior parte della popolazione dipendeva già dagli aiuti umanitari a causa di un blocco che dura da anni. Da quando, il 21 ottobre, è stato riaperto il Valico di Rafah, secondo l’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite sono entrati a Gaza solo 84 camion di aiuti. Si tratta di una risposta largamente inadeguata ai bisogni costanti e crescenti di Gaza”, ha spiegato.

“Siamo pronti ad aumentare la nostra capacità di aiuto a Gaza. Abbiamo squadre pronte a inviare forniture mediche e a entrare a Gaza per sostenere la risposta medica di emergenza, non appena la situazione lo consentirà. Ma finché i bombardamenti continueranno con l’attuale intensità, qualsiasi sforzo per aumentare gli aiuti medici sarà inevitabilmente insufficiente”, ha concluso il dottor Christou. 

(Fonte: PIC).

Traduzione per InfoPal di F.L.