Nablus, coloni bruciano 200 alberi di ulivo

Nablus-Quds Press. Secondo fonti locali, alcuni coloni ebrei hanno incendiato e distrutto, in data 22 ottobre, decine di alberi di ulivo nei terreni a sud di Nablus, nel nord della Cisgiordania.

In un’intervista rilasciata a Quds Press, Mu‘in al-Damadi, sindaco della cittadina di Hawara, ha spiegato che un gruppo di coloni estremisti ha bruciato circa 200 alberi di ulivo piantati anni fa nelle terre palestinesi situate all’interno di Hawara, a sud di Nablus.

Al-Damadi ha dichiarato che un gruppo di coloni sconosciuti, provenienti dall’insediamento Yizhar costruito nelle terre palestinesi di Nablus, è penetrato negli uliveti, nelle zone di al-Lahaf, al-Naqqar e al-Rajman, a ovest della cittadina di Hawara, e ha appiccato il fuoco agli alberi.

Il sindaco ha quindi sottolineato come l’esercito di occupazione israeliana abbia impedito ai cittadini palestinesi di accedere alle terre per spegnere l’incendio e abbia aspettato un certo tempo prima di consentire alle forze palestinesi della difesa civile di intervenire. L’incendio ha devastato vasti appezzamenti di quei terreni.

Al-Damadi ha quindi affermato che “i terreni sono stati attaccati e incendiati per impedire ai proprietari e agli agricoltori palestinesi di lavorare e di raccogliere i frutti, se non attraverso il coordinamento con le forze di occupazione. Tale disposizione ha determinato un ritardo nella raccolta”.

Da parte sua, Ghassan Daghlas, il funzionario responsabile del monitoraggio degli insediamenti nel nord della Cisgiordania, ha aggiunto che le terre e gli uliveti bruciati appartengono alle famiglie Khamus e Salim. E ha riferito che nella cittadina di Hawara sono scoppiati tafferugli, con la scusa dei quali le forze di occupazione hanno impedito agli agricoltori palestinesi di raggiungere i terreni e di spegnere l’incendio.

Traduzione di Federica Pistono