Obama e Netanyahu: insieme per sempre verso le nuove guerre

Obama e Netanyahu: insieme per sempre verso le nuove guerre

InfoPal. È una promessa di amore eterno, e contro ogni avversità, quella che il presidente Usa, Barack Obama, ha nuovamente rivolto al governo d’Israele guidato dal fondamentalista Benjamin Netanyahu, tanto da valergli l’ambito appellativo di “presidente più-filo israeliano d’America”. Anche se, va ricordato, i rapporti tra il capo della Casa Bianca e il primo ministro sionista sono stati spesso burrascosi, come s’addice, invero, ad ogni grande passione.

Il legame tra gli Usa e il regime di Tel Aviv è, dunque, “unbreakable”, come direbbe il noto regista indo-statunitense M. Night Shyamalan, autore dell’omonimo film. Rapporti indissolubili, basati sulla costante preoccupazione della “sicurezza” dello stato ebraico, circondato da nemici come l’Iran, sempre pronti ad attaccarlo.

Nella “neolingua” della coppia più guerrafondaia del mondo – gli Usrael -, infatti, non c’è logica che tenga, né politica né linguistica. Il discorso iperbolico delle “minacce a Israele” si trasforma in paradosso orwelliano dell’aggressore che si spaccia per vittima, creando così un copione per un’altra devastante guerra coloniale di rapina.

Parlando ieri ai giornalisti, a Washington, Obama ha sottolineato come nei confronti dell’Iran la sua amministrazione tenga aperte tutte le “opzioni”. Anche la guerra, dunque.

Ha ripetuto ciò che aveva già detto all’incontro con l’Aipac, domenica: “Il nostro impegno per la sicurezza di Israele è solido come la roccia”. E le rocce, si sa, non si rompono facilmente…

La timida richiesta a Netanyahu di dare alle sanzioni contro il programma nucleare iraniano “più tempo”, è caduta nel vuoto. I due non hanno fatto menzione a disaccordi preesistenti sui timori americani di un attacco israeliano contro i siti nucleari iraniani. Il presidente Usa ha, invece, cercato di rassicurare il partner sul fatto che gli Stati Uniti non scartano l’opzione militare contro Tehran.

“Crediamo che ci sia ancora una finestra che permetta una risoluzione diplomatica”, ha accennato Obama, ma il primo ministro israeliano ha avvertito le potenze occidentali di non cadere nella “trappola” di lasciare che l’Iran ottenga più tempo.

Tra i due leader non c’era più quel contrasto apparso evidente nel loro ultimo incontro avvenuto a maggio dell’anno scorso. Ieri, i sorrisi e le intese sono state evidenti, e fanno presagire il peggio. Allora, attenzione: i Bonnie & Clyde del colonialismo occidentale sono pronti a colpire di nuovo.

Angela Lano