ONU: tagli alle forniture da parte di Israele potrebbero lasciare Gaza senza elettricità e acqua potabile

Gaza. I tagli alle forniture da parte di Israele potrebbero lasciare la centrale elettrica di Gaza senza carburante entro pochi giorni e causare una grave carenza di acqua potabile per 610.000 persone, ha avvertito martedì l’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite.

Le autorità israeliane hanno interrotto la fornitura di elettricità alla Striscia di Gaza, riducendo le ore di elettricità a 3-4 ore al giorno. La centrale elettrica di Gaza è attualmente l’unica fonte di energia e potrebbe rimanere senza carburante in pochi giorni. E’ quanto ha denunciato Jens Laerke, portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), durante una conferenza stampa delle Nazioni Unite a Ginevra.

Sulla decisione di tagliare la fornitura d’acqua, Laerke ha dichiarato: “Questa decisione colpisce oltre 610.000 persone a Gaza e si tradurrà in una grave carenza di acqua potabile”.

Ha aggiunto che il numero di persone sfollate nella Striscia di Gaza è aumentato “drammaticamente”, raggiungendo più di 187.500 da sabato. La maggior parte si sta rifugiando nelle scuole dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA), ha aggiunto.

Anche James Elder, portavoce del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), ha espresso preoccupazione per la decisione di Israele di tagliare le forniture.

“L’UNICEF è allarmato per la sospensione delle forniture di acqua e cibo a Gaza”, ha detto Elder, ricordando alle parti i loro obblighi ai sensi delle leggi internazionali.

L’Oms chiede un corridoio umanitario.
Durante la stessa riunione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha chiesto la creazione di un corridoio umanitario all’interno di Gaza per fornire i servizi sanitari necessari.

“L’OMS chiede la fine delle violenze. Le strutture sanitarie, i pazienti, gli operatori sanitari e i civili in generale devono essere protetti e salvaguardati”, ha affermato il portavoce dell’OMS, Tarik Jasarevic. “È necessario un corridoio umanitario per raggiungere le persone con forniture mediche essenziali”.

Jasarevic ha aggiunto che dall’inizio dell’attuale bombardamento israeliano nella Striscia di Gaza sono stati confermati 13 attacchi contro il settore sanitario.

Ha anche affermato che l’OMS sta destinando 1 milione di dollari per procurare forniture mediche più urgenti per colmare le carenze.

La retorica può alimentare tensione, violenza.
Rispondendo a una domanda dell’agenzia turca Anadolu, il portavoce dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha avvertito che il linguaggio utilizzato durante l’attuale tensione tra Israele e Hamas “potrebbe equivalere a incitamento all’odio e alla violenza, che ovviamente in questo contesto è esplosivo”.

Ravina Shamdasani ha affermato:

È responsabilità dei leader tentare di calmare gli animi per cercare di affrontare la situazione nel pieno rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. Sfortunatamente, abbiamo visto una retorica che fa esattamente il contrario.

“Questo sta alimentando le tensioni e alimentando la violenza”, ha aggiunto.

Ha affermato che gli stati hanno l’obbligo di vietare la propaganda a favore della guerra e il sostegno all’odio nazionale, razziale o religioso che costituisca incitamento alla discriminazione, all’ostilità o alla violenza.

Lunedì il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha osservato un momento di silenzio per la perdita di vite innocenti nei Territori palestinesi occupati e altrove.

Il momento di silenzio è stato osservato da tutti i paesi presenti in sala dopo un discorso del vice rappresentante permanente del Pakistan presso l’ONU a Ginevra.

“Chiediamo di osservare un minuto di silenzio per la perdita di vite innocenti, tra cui donne, bambini e anziani. È anche un’occasione per ricordare le vittime di decenni di occupazione straniera nei Territori palestinesi occupati. Chiedo a tutti voi di alzarvi per un minuto per onorare quelle vittime”, ha detto Zaman Mehdi.

Sabato mattina il gruppo palestinese Hamas ha lanciato l’Operazione Ciclone Al-Aqsa contro Israele, sganciando una raffica di razzi e infiltrandosi in Israele via terra, mare e cielo. L’attacco a sorpresa è avvenuto in risposta all’assalto alla moschea di Al-Aqsa nella Gerusalemme est occupata e alla crescente violenza dei coloni contro i palestinesi.

Per rappresaglia, l’esercito israeliano ha lanciato l’operazione Spade di Ferro contro Hamas nella Striscia di Gaza, causando, finora, 950 morti e più di 5000 feriti.

Secondo il ministero della Salute israeliano, almeno 900 israeliani sono stati uccisi e oltre 2.600 feriti nei combattimenti.

(Fonte: MEMO).

(Foto: [Abed Rahim Khatib – Anadolu Agency]).

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli