OPCW: distrutta l’intera produzione di armi chimiche siriane

RT. Damasco ha raggiunto il primo traguardo del disarmo avendo distrutto tutta la produzione di armi chimiche dichiarata e delle attrezzature di miscelazione, hanno dichiarato gli osservatori internazionali.

L’organizzazione mondiale per la proibizione di armi chimiche, OPCW, ha ammesso che Damasco ha rispettato la decisione degli osservatori adottata a settembre, per una totale distruzione delle armi chimiche e delle risorse produttive in Siria entro il 1° novembre.

Team di esperti hanno visitato 21 dei 23 siti di produzione dichiarati di armi chimiche (41 tra edifici e impianti) e hanno assistito alla distruzione di armamenti e di attrezzature.

Solo due impianti ispezionati erano troppo pericolosi per essere visitati, ma gli ispettori hanno affermato che gli armamenti di questi sono stati precedentemente trasferiti in un luogo sicuro e successivamente distrutti.

L’OPCW è soddisfatta di ciò che ha verificato, di aver testimoniato alla distruzione dell’intero apparato di produzione, miscelazione e riempimento dei 23 siti, afferma il documento dell’organizzazione.

Il direttore generale dell’OPWC, Ahmet Uzumut, ha già ricevuto un gruppo di otto ispettori di ritorno alla sede centrale dell’Aia, che avevano lavorato in Siria come parte dell’equipe di esperti, fin dal 1° ottobre.

Rimangono da distruggere migliaia di tonnellate di armamenti militari e di sostanze chimiche.

In un primo momento Ahmet Uzumut ha confermato che la Siria aveva dichiarato il possesso di 1300 tonnellate di sostanze chimiche e composti necessari alla produzione di armi chimiche, oltre a 1200 munizioni scariche.

Il processo di distruzione delle armi chimiche siriane è previsto in 9 mesi.

Va ricordato che l’11 ottobre l’OPWC è stato insignito del Premio Nobel per gli sforzi senza precedenti nell’eliminazione delle armi chimiche; in oltre 16 anni di osservazione più dell’80% degli stoccaggi mondiali di armi chimiche sono stati distrutti.

Il programma di distruzione totale dell’arsenale chimico siriano è stato imposto dalla Russia all’indomani dell’attacco del 21 agosto a Damasco, dove criminali di origine ancora non chiarita hanno fatto ricorso ad agenti chimici “fatti in casa” per massacrare civili.

Alcuni alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente avevano chiesto a Washington di avviare un attacco militare contro la Siria con il pretesto che fosse stato proprio il regime del presidente Assad al Bashar ad aver usato armi chimiche contro il proprio popolo.

L’amministrazione americana ha invece accettato la proposta della Russia di imporre al presidente Assad di rinunciare all’arsenale chimico ed è stata accusata dagli alleati di non aver mantenuto la promessa di lanciare un attacco militare nel momento in cui Assad avesse superato la linea rossa, ossia l’uso di armi non convenzionali.

Tuttavia Washington ha optato per un non coinvolgimento in un altro conflitto in Medio Oriente.

Traduzione di Alessia Valenti