Organizzazioni palestinesi per la difesa dei diritti umani consegnano un documento alla Corte Penale Internazionale

rightspnnImemcAlcune organizzazioni palestinesi per la difesa dei diritti umani hanno consegnato un documento alla Corte Penale Internazionale contenente presunti crimini di guerra e contro l’umanità commessi da Israele durante l’offensiva di Gaza nel 2014.

 

Lunedì 23 novembre, momento storico per la Palestina nel tentativo di ottenere visibilità, quattro organizzazioni per la difesa dei diritti umani hanno consegnato un documento riservato al Pubblico Ministero della Corte Penale Internazionale, Bensouda, a nome delle organizzazioni stesse e delle vittime palestinesi della “Operazione Margine di Protezione” portata avanti da Israele. Il documento, consegnato da Al-Haq, Al-Mezan Center for Human Rights, Aldameer e dal Palestinian Centre For Human Rights, ai sensi dell’Articolo 15 dello Statuto di Roma, contiene informazioni sui crimini documentati durante l’offensiva sulla Striscia di Gaza da parte di Israele avvenuta nel 2014.

“Ormai ci siamo abituati alle uccisioni e alle ingiustizie commesse da Israele ai danni dei palestinesi nella striscia di Gaza. L’offensiva del 2014 è la terza guerra ai danni del nostro popolo in sei anni. Ma niente rende pronti ad affrontare la morte dei propri figli e nipoti in un attacco contro la propria casa”, ha detto Bouthaineh Al Louh, 57 anni, mamma palestinese che piange la morte della sua famiglia. “Il 20 agosto 2014, alle 04.45, Israele ha attaccato la nostra casa a Deir al Balah mentre dormivamo. Mio figlio e i miei due figli adottivi sono morti, così come mia nuora, incinta di 9 mesi, e i suoi 3 figli. La nostra famiglia non sarà mai più completa, e la nostra casa è distrutta. Spero che la CPI possa prendere in considerazione i crimini che abbiamo subito e punire coloro che ci hanno privato dei nostri cari”.

Dall’Aia, Shawan Jabarin (direttore di Al-Haq) ha dichiarato che “Abbiamo fornito abbastanza informazioni all’ufficio del Procuratore per determinare che ci siano basi solide per poter affermare che cittadini e ufficiali militari israeliani hanno commesso crimini durante l’offensiva ai danni di Gaza. Crediamo che le informazioni a disposizione dell’Ufficio del Procuratore siano abbastanza per aprire un fascicolo e spingere a prendere provvedimenti e iniziare un’indagine formale”.

Spinte dal mandato emesso dalla Corte per fermare i crimini di guerra e contro l’umanità, le organizzazioni firmatarie del documento hanno illustrato dettagliatamente omicidi, persecuzioni, torture e altri atti inumani, così come attacchi deliberati ai danni dei civili e delle loro proprietà, avvenuti senza alcuna giustificazione. Complessivamente, le forze armate israeliane hanno ucciso più di 1540 civili palestinesi in 51 giorni, allontanandone centinaia di migliaia. L’alto numero di vittime e gli allontanamenti di massa sono il risultato degli attacchi indiscriminati di Israele ai danni dei cittadini palestinesi e dei loro beni. Il documento parla di attacchi mirati alle case, agli ospedali, alle scuole e altri edifici di alto profilo.

“Data la nostra lunga esperienza nel parlare a nome delle vittime palestinesi davanti a meccanismi israeliani, tra cui l’Alta Corte di Giustizia, è chiaro che la complementarietà non impedisce al Pubblico Ministero di chiedere l’autorizzazione a procedere con le indagini. Israele non vuole e la Palestina non può punire i crimini internazionali commessi dagli israeliani”, ha detto Raji Sourani (Direttore del PCHR). “E’ compito della CPI mettere fine a questa barbarie”.

Le organizzazioni hanno dichiarato che i crimini sono stati commessi nel corso di un attacco esteso o sistematico, in conformità con una politica messa in atto dalle più alte cariche civili e militari israeliane, tra cui membri dell’ufficio sicurezza israeliano, e che tali crimini rientrano nella categoria dei crimini di guerra e contro l’umanità.

Dalla striscia di Gaza, Issam Younis (Direttore di Al Mezan) ha dichiarato che “L’occupazione di Israele, così come la soffocante chiusura della striscia di Gaza, sono andate avanti per troppo tempo, e non crediamo che nessuno, specialmente le vittime palestinesi, debba essere costretto a scegliere tra pace e giustizia. La CPI ha l’opportunità di indagare in modo obiettivo, di perseguire e di punire i responsabili di questi orrendi crimini condannati dalla comunità internazionale. La CPI può anche evitare che questi siano commessi nuovamente in futuro. Per questo, il Pubblico Ministero deve chiedere l’autorizzazione ad aprire le indagini”.

Consegnando queste informazioni, le organizzazioni hanno espresso la loro intenzione a continuare a collaborare con la Corte, per assicurarsi che le vittime ottengano giustizia e risarcimenti.

Traduzione di Giovanna Niro