Organizzazioni per i diritti umani mettono in guardia contro gli abusi israeliani sui prigionieri del “Tunnel della Libertà”

Organizzazioni per i diritti umani mettono in guardia contro gli abusi israeliani sui prigionieri del “Tunnel della Libertà”

Quds Press. Organizzazioni palestinesi per i diritti umani hanno messo in guardia contro gli abusi, da parte dell’occupazione israeliana, sui prigionieri del “Tunnel della libertà” e sull’attuazione di ulteriori piani di vendetta contro di loro.

L’Associazione indipendente “Wa’ed” per i prigionieri ed ex detenuti ha dichiarato in un comunicato stampa, divulgato mercoledì sera, che l’affermazione del cosiddetto servizio penitenziario israeliano (IPS) di aver trovato materiali pericolosi e proibiti come “lame e chiodi” all’interno delle celle di isolamento dei prigionieri del “Tunnel della libertà”, esprime “la portata dell’ossessione dell’occupazione verso questi eroi e verso tutti i nostri prigionieri liberi”.

Ha spiegato che i prigionieri del “Tunnel della libertà” stanno scontando l’isolamento da due anni, in condizioni orribili.

Wa’ed ha invitato le istituzioni internazionali a svolgere il proprio dovere e ad assumersi le proprie responsabilità, a visitare i prigionieri isolati, a “controllare le loro condizioni e a costringere l’occupazione a porre fine alla politica di isolamento, che uccide i nostri eroici prigionieri”.

A sua volta, il portavoce dell’organizzazione indipendente per i diritti umani “Mahjat al-Quds”, Muhammad al-Shaqaqi, ha sottolineato che l’affermazione dell’Autorità penitenziaria di aver sequestrato “chiodi, rasoi e altri materiali” nelle celle dei prigionieri del “Tunnel della libertà” è un’accusa inconsistente e falsa per abusare di loro e imporre loro ulteriori sanzioni.

Nelle dichiarazioni alla stampa, ha indicato che queste accuse mirano a consentire alle unità di repressione di perquisire le celle, confiscare i beni dei prigionieri e destabilizzarli.

Il 6 settembre 2021, sei prigionieri – Mahmoud Al-Ardah, Muhammad Al-Ardah, Ayham Kammaji, Yaqoub Al-Ghawadra, Mahmoud Abu Shereen e Iyad Jaradat – riuscirono a fuggire dalla prigione di Gilboa, attraverso un tunnel che avevano scavato nella loro cella; le forze di occupazione furono in grado di arrestarli nuovamente due settimane dopo.