Prima riunione pubblica del Consiglio legislativo dopo la guerra di Gaza.

Gaza – Infopal. Il Consiglio Legislativo palestinese ha tenuto ieri la prima seduta pubblica dalla fine della guerra israeliana contro la Striscia di Gaza. Alla riunione, svoltasi nell’aula distrutta dalle bombe, ha partecipato la maggioranza dei deputati, che hanno discusso la relazione della Commissione della Sicurezza e dell’Interno sui due crimini commessi dalle forze di sicurezza dell’Anp in Cisgiordania all’inizio del mese di giugno 2009.

Il dott. Ahmad Bahar, presidente del Clp, ha iniziato la seduta ricordando i martiri del popolo palestinese che hanno difeso la patria, e in particolare i combattenti di Qalqilya (Cisgiordania), uccisi per mano delle forze di sicurezza palestinesi in pieno coordinamento con l’occupazione sionista. Bahar ha denunciato questo “atto vile” ed estremo, che ha contribuito ad approfondire le divisioni tra le parti in conflitto e ad ostacolare il dialogo. Ha quindi chiesto un processo nazionale e giusto per tutti i criminali macchiatisi del sangue dei palestinesi.

Superato ogni limite. Il dott. Bahar ha anche condannato le pratiche razziste d’Israele ai danni dei prigionieri e di tutti i deputati palestinesi ancora detenuti nelle carceri dell’occupazione, tra cui il dott. ‘Aziz Dwayk, condannato ad almeno tre anni di reclusione. Il presidente del Clp ha dunque rivolto un appello ai capi dei parlamenti arabi, islamici ed europei, alla Lega Araba, all'Organizzazione della conferenza islamica e alle organizzazioni per i diritti umani, chiedendo loro di assumere una posizione seria e premere sullo stato sionista per la liberazione dei simboli della legittimità palestinese, ovvero il dott. Dwayk e i suoi colleghi. Bahar ha anche rinnovato il rifiuto del Clp verso ogni forma di compromesso o di concessione di qualsiasi porzione di terra palestinese.

I crimini di Qalqilya. Da parte sua, il deputato Isma‘il al-Ashqar, presidente della Commissione della Sicurezza e del governo locale, ha letto la relazione della Commissione sui crimini di Qalqilya, secondo la quale “tali crimini non sono stati casuali o non previsti, ma puntavano alla cooperazione e al coordinamento della sicurezza con i sionisti. Notevole è il fatto che ciò che è accaduto a Qalqilya non è cosa nuova in Cisgiordania: gli uomini di Dayton si sono impegnati molto per perseguitare i combattenti della Resistenza ricercati dall’occupante sionista, e per attuare i termini della Road Map, che prevede la persecuzione e l'eliminazione della stessa Resistenza dalla Cisgiordania. (…) L’Anp a Ramallah ha chiuso ogni associazione e ha sequestrato e consegnato i militanti: centinaia di dirigenti, quadri e membri della Resistenza palestinese si trovano ora in carcere, dove vengono torturati a morte”.

Al-Ashqar ha inoltre sottolineato che “l'Anp agli ordini della coppia ‘Abbas – Fayyad a Ramallah si è trasformata in un surrogato a buon mercato dell’occupante, destinato a svolgere i lavori sporchi. Le forze di ‘Abbas e Fayyad e dell'occupazione sionista sono diventate due facce della stessa medaglia. Non vi è alcuna differenza tra loro, poiché entrambe s’impegnano nell’uccidere o perseguitare i valorosi uomini della Resistenza e tutti i cittadini onesti che amano la loro patria, rifiutano l’occupazione e si adoperano per rimuoverla”.

La Commissione, tramite le parole di al-Ashqar, ha poi raccomandato di tenere a mente quanto è accaduto nella città di Qalqilya in Cisgiordania, “un crimine e un tradimento punibili dalla legge”, e di ritenere ‘Abbas, Fayyad e le loro forze di sicurezza pienamente responsabili dei gravi episodi e di processarli a livello nazionale.

Secondo il rapporto della Commissione, il coordinamento della sicurezza con l'occupazione sionista rappresenta infatti un reato di alto tradimento, mentre le forze di sicurezza in Cisgiordania dovrebbero avere la priorità nel dialogo nazionale del Cairo – dove occorrerebbe confermare la ricostruzione e la ristrutturazione delle forze stesse. Indispensabile, a questo scopo, sarebbe tenerle lontane dalle influenze dell’occupazione e del coordinatore americano Dayton, che intende strapparle al loro ruolo nazionale.

Al-Ashqar ha infine espresso la necessità di chiedere all’Egitto, arbitro delle trattative, di premere sull’Anp di Ramallah perché cessino i crimini contro la Resistenza palestinese, e non si verifichino più arresti per motivi politici. Solo in questo modo sarebbe possibile far progredire il dialogo nazionale e mettere fine alle divisioni, riunificare il popolo intorno alla Resistenza ed escludere i criminali di Qalqilya da ogni accordo nazionale, perseguendoli legalmente.

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