Proseguono, da martedì della scorsa settimana, gli scavi vicino alla Moschea di Al-Aqsa, nella Città Vecchia di Gerusalemme. Le autorità israeliane hanno demolito parte della Porta di Magharbah (dei Marocchini) e due stanze e fatto fatto piazzare tendoni per impedire ai fotografi e alle tv di documentare la distruzione.
La Fondazione Al-Aqsa ha reso noto che Israele ha raddoppiato il numero di operai addetti agli scavi.
25 parlamentari giordani hanno firmato una petizione sollecitando il loro governo a dichiarare ufficialmente che a seguito del perdurare delle operazioni di scavo a Al-Aqsa, Israele ha violato il Trattato di pace siglato dai due paesi nel 1994. L’articolo 9, infatti, prevede che Israele si impegni a rispettare il ruolo giordano di tutela dei luoghi santi cristiani e musulmani a Gerusalemme.
La notizia è stata riportata oggi dal quotidiano israeliano Ha’aretz, che ha riferito anche la richiesta dei parlamentari giordani al loro governo: ritirare l’ambasciatore da Tel Aviv e mandare via quello israeliano da Amman. Cioè, la rottura dei rapporti diplomatici.