Rabbia diffusa e richieste di una indagine internazionale sulla morte del giovane Awad

644863062Imemc. Alcuni politici ed attivisti dei diritti umani hanno condannato il crimine di Israele che ha provocato la morte dell’ex-prigioniero ventiduenne Jaafar Ibrahim Awad, della città di Beit Ummar ad al-Khalil. Essi considerano Israele l’unico responsabile per la sua tragica morte e chiedono un’indagine internazionale per scoraggiare le violazioni israeliane contro i prigionieri palestinesi.

Fonti mediche di al-Mizan Hospital, al-Khalil, hanno dichiarato che i medici non potevano salvare la vita al giovane e che è stato ammesso all’unità di rianimazione a causa del rapido deterioramento delle sue condizioni di salute, dopo che era stato rilasciato dalle carceri israeliane tre mesi fa.

Awad ha sofferto molto durante i suoi 15 mesi di prigionia ed è stato ripetutamente trasferito in varie prigioni ed ospedali, facendo in questo modo un’altra vittima della deliberata incuria medica e della politica della morte lenta praticata da Israele contro i prigionieri palestinesi.

Durante l’ultimo periodo della sua prigionia, il martire ha sofferto di gotta, osteoporosi e rapido aumento dei livelli di zuccheri nel sangue, che gli ha provocato la perdita della mobilità, l’impossibilità di mangiare e di bere. Awad non soffriva di nessuna malattia prima di essere arrestato.

Da parte sua, il parlamentare Samira Al-Halaika ha affermato: “Jaafar non è una vittima della politica di negligenza medica, ma piuttosto della politica di esecuzione dei prigionieri palestinesi praticata dall’amministrazione carceraria israeliana, e non è stato l’unico caso”.

Il parlamentare, in una dichiarazione resa a PIC, ha chiesto alla comunità internazionale ed araba di assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei prigionieri palestinesi a rischio di morte nelle carceri di Israele.

Ha inoltre sottolineato che quando Awad è stato rilasciato soffriva di una malattia chiamata Crohn sera che non può essere curata negli ospedali palestinesi e ciò ha provocato un rapido peggioramento nelle sue condizioni di salute. Ha aggiunto che avrebbe dovuto essere trasferito allo Hadassah Hospital a Gerusalemme occupata, ma è deceduto prima di poter ricevere il trattamento necessario.

Indagine internazionale

La commissione palestinese per gli Affari dei detenuti ed ex-detenuti ha chiesto la formazione di un comitato internazionale di indagine per esaminare i dettagli e le circostanze della morte di Awad, avvenuta dopo pochi mesi dal suo rilascio dalle prigioni israeliane.

Il direttore del Comitato, Issa Qaraqe, ha dichiarato in una conferenza stampa: “Noi riteniamo l’occupazione israeliana e l’autorità delle sue carceri pienamente responsabili per la morte di Awad che si è aggiunto alla lunga lista dei martiri palestinesi deceduti a causa della politica di negligenza medica adottata da Israele contro i nostri detenuti”.

Ha anche sollecitato l’Autorità Palestinese a portare la questione dei detenuti palestinesi presso la Corte Criminale Internazionale al più presto possibile, e ha domandato alla comunità internazionale, soprattutto al Consiglio di Sicurezza e all’Organizzazione Mondiale della Sanità, di formare immediatamente un comitato per indagare sulle circostanze della morte di Awad e “per mettere fine ai crimini sistematici di Israele”.

Ha inoltre detto: “A causa della politica della morte lenta attuata nelle prigioni israeliane, noi spesso riceviamo i detenuti rilasciati su ambulanze per trasferirli immediatamente presso gli ospedali, senza poterli portare nelle loro case e presso le loro famiglie nemmeno per pochi minuti”.

Crimini medici sistematici

Il Palestinian Prisoners’ Media Office ha evidenziato che la morte di Awad è un altro crimine odioso che va aggiunto alla lunga lista dei crimini di Israele contro i detenuti palestinesi nelle proprie carceri.

Abdul-Rahman Shadid, direttore dell’ufficio, ha detto che decine di detenuti dentro le carceri israeliane attendono la morte in modo simile al caso di Awad a causa della politica criminale utilizzata dal Israeli Prison Service (IPS).

Shadid ha affermato che rilasciare Awad con una cauzione elevata e rifiutare di ricoverarlo presso ospedali israeliani sono un chiaro segno della persistenza di Israele nel continuare a commettere crimini efferati. Ha inoltre spiegato che il silenzio delle organizzazioni internazionali e di quelle per i diritti umani le rende complici di questi crimini. Ha anche rilevato l’importanza di smascherare in tutto il mondo le pratiche subdole di Israele all’interno delle sue prigioni.

Il direttore del Ahrar Center for Prisoners’ Studies and Human rights, Fouad al-Khuffash, ha richiesto all’IPS di indicare il tipo di medicine iniettate o somministrate ad Awad durante la sua prigionia.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi