Relatore ONU: “Gli insediamenti israeliani equivalgono a crimini di guerra”

MEMO. “Gli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata costituiscono un crimine di guerra”, è quanto ha affermato oggi, sabato, un relatore per i diritti umani delle Nazioni Unite, invitando i Paesi a spiegare a Israele che la sua “occupazione illegale” non può non avere conseguenze, ha riferito Reuters.

Michael Lynk, relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati, si è rivolto a una sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, boicottata da Israele che non riconosce il suo mandato né vi collabora.

“Concludo che gli insediamenti israeliani equivalgono a un crimine di guerra”, ha detto Lynk. “Vi faccio notare che questa realtà costringe la comunità internazionale a chiarire a Israele che la sua occupazione illegale e la sua sfida al diritto e all’opinione internazionale non saranno più senza conseguenze”.

Lynk aveva denunciato l’uso, da parte di Israele, della punizione collettiva che, nel suo blocco di Gaza che dura da 15 anni, può essere visto come la forma più eclatante. Un blocco contro la Striscia di Gaza che “ora soffre di un’economia completamente collassata, infrastrutture devastate e un sistema di servizi sociali a malapena funzionante”.

Ha anche sottolineato la dipendenza di Israele dalla punizione collettiva come “strumento principale e coercitivo di controllo della popolazione”, criticando la continua politica israeliana di demolizioni punitive delle case palestinesi, che secondo lui “contribuisce a un’atmosfera di odio e vendetta”.

(Foto: Ma’ale Adumim, colonia israeliana illegale a Gerusalemme, 16/3/2021 [Mostafa Alkharouf/Anadolu Agency]).