Gerusalemme occupata-PIC. Il Centro per la Ricerca sulla terra della Società di Studi Arabi ha affermato che il 2016 è stato testimone di più violazioni israeliane contro i cittadini palestinesi e contro le loro proprietà rispetto all’anno precedente.
In un rapporto dettagliato, il Centro ha sottolineato i disegni di legge israeliani del 2016, tra cui un progetto che legittima gli insediamenti israeliani, la legge di proprietà dell’assente e un progetto per impedire l’adhan (il richiamo alla preghiera) nelle moschee palestinesi come preludio alla ebraicizzazione della cultura palestinese.
Il rapporto ha anche riferito delle voci israeliane che chiedono l’annessione dell’Area C dei Territori Palestinesi Occupati nel 1967 a Israele, e delle violazioni israeliane drammaticamente aumentate a Gerusalemme Est.
Ha sottolineato che il numero delle case demolite nel 2016, rispetto al 2015, è aumentato del 208%. Il numero di case demolite ha raggiunto quota 418, lasciando 1.852 persone, tra cui 848 bambini, senza casa.
Il numero di strutture demolite quest’anno è di 646, il 154% in più rispetto all’anno precedente. Inoltre, sono stati emessi 927 ordini di demolizione contro edifici e altre strutture con un aumento del 115%.
Le terre confiscate a favore dell’espansione degli insediamenti sono state pari a 13.295 dunum con un incremento del 43%, oltre ad aver tagliato, sradicato 9.700 alberi tra cui 6.550 alberi di ulivo, e attaccato agricoltori e beduini. Sono stati segnalati 110 attacchi di questo genere.
195 altre violazioni sono state commesse contro siti religiosi, storici e archeologici, di cui 100 contro la moschea di al-Aqsa.
Il rapporto si conclude elogiando il popolo palestinese che ha resistito alle violazioni israeliane, e in particolare gli attivisti, i ricercatori e i giornalisti che hanno lavorato duramente per far conoscere queste violazioni. Ha aggiunto che tali sforzi hanno portato la comunità internazionale a sostenere i diritti dei Palestinesi e opporsi alla costruzione di attività e insediamenti israeliani con l’adozione della risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza.
Traduzione di Edy Meroli