Sleeping with the enemy.

(http://palestinanews.blogspot.com/2008/07/letto-con-il-nemico.html)

"A letto con il nemico" (Sleeping with the enemy) non è solo il
titolo di un film del 1991, peraltro non memorabile, che aveva tra i
suoi protagonisti la bella Julia Roberts, ma è anche il titolo di un
documentario che in questi giorni viene mostrato in giro per le
scuole di Kiryat Gat – una cittadina israeliana nel deserto del
Negev – in cui si ammoniscono le giovani studentesse ebree a non
farsi coinvolgere sentimentalmente dai giovani Beduini, e soprattutto
a non farsi mettere in cinta da questi "arabi in caccia", al fine di
evitare delle abominevoli unioni "miste".

Sembra incredibile che ciò accada in un Paese democratico e "civile"
come si vanta di essere Israele, eppure è proprio così.

Il video fa parte di un progetto che ha il supporto della
municipalità e della polizia locale di Kiryat Gat, ed è guidato dal
responsabile del Welfare per la cittadina; in esso compaiono le
interviste a un ufficiale della polizia locale e a una donna
appartenente al Dipartimento Anti-Assimilazione (!), una branca
dell’organizzazione religiosa Yad L’ahim, che ha lo scopo principale
di evitare come la peste che le giovani ragazze ebree abbiano alcun
tipo di appuntamento con Arabi israeliani.

Secondo il responsabile del progetto, Chaim Shalom, i giovani beduini
del Negev sono solo degli "sfruttatori", che non ci pensano due volte
a mettere in cinta le ragazze ebree per poi abbandonarle, e questo
progetto mira solo ad evitare il problema, e non ha niente a che
vedere con il razzismo.

Già, e che c’entra il razzismo con un progetto che mira a scoraggiare
le relazioni tra giovani di diverse etnie e religioni? E come non
giudicare positivamente che un’amministrazione pubblica sponsorizzi
un video realizzato da un ente ultra-ortodosso che ha un nome che è
tutto un programma, il Dipartimento Anti-Assimilazione?

Il vero è che, come già abbiamo avuto modo di rilevare, Israele è un
Paese profondamente permeato dalla discriminazione e dal razzismo,
sia per ciò che attiene il comune sentire della collettività sia per
quanto attiene la legislazione e la pratica amministrativa.

Sul primo punto basterà ricordare che, secondo l’Israeli Democracy
Index 2007, solo il 50% degli Israeliani ritiene che Arabi ed Ebrei
debbano avere eguali diritti, mentre il 55% degli Ebrei israeliani
sostengono l’idea che il governo debba incoraggiare gli Arabi
a "emigrare"; uno studio dell’Università di Haifa inoltre mostra
come, per il 74% dei giovani ebrei in Israele, gli Arabi
siano "sporchi".

Per quanto riguarda il secondo aspetto, si potrebbe citare la Legge
sulla Cittadinanza, che lo stesso editore del quotidiano Ha’aretz,
dalle colonne del suo giornale, ha definito degna di uno Stato
dell’apartheid, le pratiche di racial profiling negli aeroporti, la
discriminazione nella allocazione delle terre e nel riconoscimento
del diritto alla casa, la diseguale distribuzione dei fondi per il
welfare e per lo sviluppo.

E stupisce come i governi della Ue, in altri casi vigili e severi su
ogni questione attinente al rispetto dei diritti umani fondamentali,
consentano il permanere ed anzi il miglioramento di rapporti
privilegiati con Israele, "dimenticando" che tali rapporti e
relazioni sono vincolati al "rispetto" di entrambe le parti "dei
diritti umani e dei principi democratici cui si ispira la loro
politica interna e internazionale".

Solo vuote parole?

(http://palestinanews.blogspot.com/2008/07/letto-con-il-nemico.html)

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