Stato palestinese: oggi iniziano le consultazioni al Consiglio di Sicurezza

Onu – InfoPal. Oggi, il Consiglio di sicurezza dell'Onu inizia le consultazioni sulla richiesta formale presentata venerdì dal presidente dell'Anp, Mahmoud Abbas, di piena adesione palestinese all'organizzazione mondiale. Il voto, tuttavia, è previsto tra diverse settimane.

Gli Stati Uniti hanno già minacciato di porre il veto alla votazione, affermando che solo i colloqui diretti israelo-palestinesi potranno portare allo stato palestinese. 

Il presidente Usa Barack Obama afferma che la richiesta alle Nazioni Unite è “una scorciatoia non realistica che non produrrà pace vera e duratura tra israeliani e palestinesi”. 

Il Quartetto Onu per il Medio Oriente (Stati Uniti, Unione Europea, Onu e Russia) sta cercando di riportare le parti al tavolo dei negoziati. 

Venerdì 23 settembre, il Quartetto ha presentato una controproposta alla richiesta palestinese alle Nazioni Unite, proponendo nuovi colloqui di pace entro un mese, con entrambe le parti impegnate in un accordo finale da sottoscrivere quest'anno. 

Il leader palestinese Mahmoud Abbas, cavalcando un'onda di vasto consenso popolare in Cisgiordania, ha escluso nuovi colloqui senza un “blocco totale” nella costruzione di insediamenti israeliani. 

A settembre dello scorso anno, i palestinesi si sono ritirati dai colloqui diretti dopo che il governo di Tel Aviv aveva revocato la moratoria sulla costruzioni di insediamenti ebraici a Gerusalemme e Cisgiordania.

“Stiamo negoziando fino alla nausea, con un processo che non ha rapporto con la realtà. Questo è il problema”, ha dichiarato Hanan Ashrawi, dirigente di spicco di Fatah, al programma “This Week” della ABC. 

“Quindi, se si negozia e si dà a Israele del tempo per creare fatti unilaterali, per costruire più insediamenti, rubare più terra, è in pericolo la distruzione di tutto quanto, non solo del processo di pace, ma anche le stesse prospettive di pace”. 

Dall'occupazione della Cisgiordania, nel giugno del 1967, Israele ha costruito più di 130 insediamenti su tutto il territorio palestinese, che ospitano più di 300mila residenti. Altri 200mila israeliani vivono in insediamenti a Gerusalemme est. 

In Cisgiordania, la maggioranza dei coloni vive in otto grandi insediamenti che Israele vuole inserire in qualsiasi accordo di pace definitivo con i palestinesi. 

Israele ritiene entrambi i settori di Gerusalemme, Ovest ed Est, parte della sua “eterna e indivisibile capitale” e non considera le attività di costruzione coloniale a Gerusalemme Est come “insediamenti”.

La richiesta di Abbas davanti alle Nazioni Unite è stata un evento storico che ha riscosso il plauso dell'Assemblea Generale e l'entusiasmo dei palestinesi in Cisgiordania, e anche a Gaza.

Ieri, domenica 25 settembre, ha fatto ritorno a Ramallah, alla Muqata'a, la residenza presidenziale, ed è stato accolto come un “eroe” dalla folla festante che lo ha applaudito, sventolando la bandiera palestinese.

La richiesta di riconoscimento all'Onu è appoggiata da oltre 130 Stati nel mondo, tuttavia, gli Usa, alleati di Israele, sono uno dei cinque membri permanenti nel Consiglio di Sicurezza con diritto di veto, e Washington ha ripetutamente affermato che userà tale potere. 

Perché il voto passi, i palestinesi hanno bisogno del sostegno di nove dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza. Sei hanno già appoggiato la richiesta, sette non hanno ancora rivelato la propria decisione, mentre la Colombia ha fatto sapere che si asterrà. 

L'avvio delle consultazioni del Consiglio di Sicurezza è fissato per oggi alle 15, presso la sede dell'Onu, a New York, ma i diplomatici dicono che saranno necessarie settimane, addirittura mesi, prima di arrivare al voto.

(Fonte: AFP e Quds Press)

(Foto di Mohammad Awad dalla Cisgiordania)

 

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