Storie di ordinario sopruso israeliano: famiglia gerosolimitana depredata della propria residenza

InfoPal. Il Jerusalem Center for Social and Economic Rights (JCSER) ha riferito che le autorità israeliane hanno stracciato il diritto di residenza a Ammar Khaled Badriyya e alla sua famiglia. I Badriyya vivono nel sobborgo di al Matar, a Qalandia, nella Gerusalemme occupata. La famiglia è composta da padre, madre e tre figli.

Nel marzo del 2009 Israele sospese i servizi della “sicurezza sociale” alla famiglia Badriyya, sostenendo che essa non viveva a Gerusalemme. Inoltre, chiese che pagasse un milione di shekel per “servizi erogati dall’amministrazione per la sicurezza sociale negli ultimi dieci anni”.

Ammar Badriyya ha riferito al JCSER di aver consegnato alle autorità israeliane tutta la documentazione attestante la propria residenza entro in confine della Municipalità di Gerusalemme, e persino le mappe ufficiali di Gerusalemme, emesse da Israele dopo l’occupazione del 1967.

L’ufficio tecnico di Gerusalemme ha affermato invece che l’85% dell’abitazione della famiglia Badriyya è situata in Cisgiordania e il restante 15% si trova all’interno dei confini di Gerusalemme.

In base a tali speculazioni che solo uno stato basato su Apartheid e furto di terre e proprietà palestinesi può permettersi, i servizi per la sicurezza sociale di Gerusalemme e la Municipalità hanno stabilito che la casa sia classificata come residente in Cisgiordania e non a Gerusalemme Est.

Il 21 settembre del 2011, un tribunale israeliano ha stabilito che la famiglia Badriyya vive in Cisgiordania, e ha affermato che Ammar “non è in grado di produrre alcuna documentazione comprovante il contrario”.

Il decreto è stato emanato a dispetto del fatto che Badriyya aveva invece presentato la documentazione ufficiale alla cosiddetta “autorità israeliana per la terra” (Israel Land Authority), e che il dipartimento aveva ritardato la sua richiesta.

“Come conseguenza di questo decreto – ha raccontato Ammar Badriyya -, la sicurezza sociale ha bloccato tutti i servizi a me e alla mia famiglia, compresa la sanità, nonostante il fatto che mia figlia minore soffre di diversi problemi di salute e ha bisogno di frequenti ricoveri in ospedale.

“Il mio avvocato mi ha detto che la decisione israeliana toglie concretamente il diritto di residenza a me e alla mia famiglia”.

Badriyya è nato a Gerusalemme, e negli ultimi 12 anni ha risieduto con la sua famiglia nel sobborgo di al Matar.

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