Video prova che soldati israeliani che hanno ucciso bambino palestinese non avevano nessuna ragione per aprire il fuoco

Hebron – B’Tselem. Sabato 28 luglio 2021, intorno alle 15:00, Muayad Abu Sarah (al-‘Alami), un 37enne residente a Beit Ummar, nel distretto di Hebron, si è recato all’ingresso del villaggio con tre dei suoi figli. Due di loro – Muhammad (11 anni) e ‘Anan (9 anni) – erano sul sedile posteriore dell’auto e Ahmad (5 anni) era seduto davanti. Il padre ha notato i soldati vicino alla postazione militare e ha fatto marcia indietro. Dopo aver guidato per circa 30 metri, si è girato ed i soldati hanno aperto il fuoco contro l’auto.

In due filmati pubblicati da B’Tselem, l’auto viene vista avvicinarsi al palo e poi rallentare e guidare all’indietro. Quindi, senza nessuna ragione apparente, si vedono soldati in piedi vicino al posto militare che corrono verso l’auto e aprono una massiccia raffica di fuoco contro i passeggeri.

Il video include filmati di due telecamere di sicurezza: a destra, la documentazione di uno smartphone che riprende una telecamera (il cui filmato originale è stato confiscato dai militari dopo l’incidente); a sinistra, un filmato visto da un’altra angolazione, che include il suono in cui si sentono gli spari. Gli orologi delle due telecamere di sicurezza mostrano l’intervallo di un’ora poiché non erano sincronizzati: uno era impostato sull’ora legale e l’altro no.

La decisione di aprire il fuoco contro l’auto, nel cuore di una zona residenziale popolata, è stata ingiustificata, in quanto nessuno dei passeggeri rappresentava un rischio, né per i militari né per altre persone. La spiegazione offerta dai militari, ossia che i soldati hanno sparato contro l’auto perché avevano sospettato che i passeggeri avessero seppellito un bambino morto, non ha assolutamente nessuna connessione con l’aggressione.

Questo barbaro omicidio di un ragazzino di 11 anni dimostra, ancora una volta, quanto basso sia il valore della vita dei palestinesi agli occhi dei soldati, dei loro comandanti e dei politici – che sono responsabili della politica letale del fuoco aperto dei militari. La dichiarazione ufficiale, secondo la quale è stata avviata un’indagine della polizia militare, è semplicemente un mezzo per mettere a tacere le critiche, e questo tipo di indagine è il primo passo verso l’insabbiamento dell’incidente.