Vittime due volte, le donne palestinesi attendono giustizia. Chi risponderà?

PCHR – Centro Palestinese per i Diritti Umani.

Comunicato stampa del 25 novembre 2013.

Con il deteriorarsi della situazione dei diritti umani, le donne palestinesi attendono giustizia, ma chi risponderà?

Nel 1999, l’ONU ha deciso che il 25 novembre di ogni anno sarebbe stato la Giornata Internazionale delle Nazioni Unite per eliminare la violenza contro le donne. 
Questa decisione è parte degli sforzi delle Nazioni Unite per frenare la violenza contro le donne nel mondo.

Negli ultimi anni, le donne palestinesi sono state a lungo, e lo sono tuttora, oggetto di violenza a causa delle eccezionali condizioni in cui vivono. Sono state sottoposte a violazioni dei diritti umani da parte delle forze di occupazione israeliane, che hanno fatto sopportare loro condizioni di vita molto difficili e, dall’altra parte, sono state sottoposte a violenza esercitata contro di loro dalla società.

Quest’anno, la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne giunge mentre la situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati, e in particolare nella Striscia di Gaza, sta peggiorando. Israele ha mantenuto una politica punitiva contro la popolazione civile palestinese, in particolare una politica di chiusura e di restrizione del diritto di libera circolazione, che ha influito sulle donne palestinesi, che sono anche sottoposte a violenza domestica.

La chiusura imposto da Israele alla Striscia di Gaza, in corso per il settimo anno consecutivo, ha portato a condizioni di vita molto difficili per la popolazione della Striscia di Gaza, comprese le donne. Le autorità israeliane hanno continuato a chiudere tutti i valichi di frontiera della Striscia di Gaza, minando i diritti economici, sociali e culturali di circa 1 milione e 600 mila palestinesi, e negando loro i bisogni primari. La chiusura ha comportato il peggioramento delle condizioni economiche della Striscia di Gaza, e di conseguenza i tassi di povertà tra le famiglie palestinesi hanno raggiunto il 38,8%, che comprende  il 21,1%  delle famiglie che vivono in condizioni di estrema povertà, secondo i dati del Dipartimento centrale palestinese di statistica per il 2013.

L’attuale peggioramento delle condizioni economiche e sociali nega alle donne palestinesi i loro diritti, compreso il diritto a una condizioni di vita adeguata, e complica la loro vita dal momento che sono particolarmente vulnerabili per il peggioramento della situazione dei diritti umani. Di conseguenza, la vita sociale delle donne è stata colpita, e la violenza domestica nei loro confronti è aumentata.

La sofferenza delle donne palestinesi a causa delle violazioni israeliane dei diritti umani non si limita ad affrontare le tragiche conseguenze della chiusura, in quanto possono essere uccise, ferite, detenute, la loro casa demolita. Secondo la documentazione del PCHR, quest’anno, Lubna Muneer al-Hantash, di 21 anni, è stata uccisa dalle forze israeliane, un crimine che riflette il loro disprezzo per la vita dei civili palestinesi. Il 23 gennaio 2013, le forze israeliane al check-point militare vicino al-‘Arroub College di Hebron hanno aperto il fuoco contro veicoli civili palestinesi, uccidendo al-Hantash con proiettili alla testa e al petto.

Il 27 settembre del 2013, Randa Abdul Hafez al-Qassir, di 49 anni, di  Rafah, è morta per le ferite che aveva sostenuto il 1 maggio 2001, vicino a casa sua, e a causa delle quali era rimasta paralizzata.

Secondo la documentazione del PCHR, 11 donne palestinesi sono state ferite dalle forze israeliane in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza dall’inizio del 2013.

A livello di violenza domestica contro le donne, 9 donne palestinesi sono state uccise in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza dall’inizio del 2013. Tre di queste donne sono state uccise per il cosiddetto “onore della famiglia”, mentre le altre sei sono state uccise in incidenti legati all’uso di armi e al caos nella sicurezza.

Le donne palestinesi hanno continuato a subire restrizioni imposte dalla società, per la quale il PCHR ha ripetutamente espresso preoccupazione. Per esempio, alcune disposizioni della Legge per l’istruzione n. 1 del 2013 cerca di imporre la segregazione tra i due sessi nelle scuole, tra cui il divieto di impiegare insegnanti maschi nelle scuole femminili.

Inoltre, alcune leggi nazionali che hanno molti difetti, e che violano le norme dei diritti umani internazionali, in particolare quelli relativi all’età minima per il matrimonio, sono ancora in vigore. Il matrimonio di due minorenni nel nord della Striscia di Gaza ha recentemente richiamato l’attenzione sui difetti intrinseci di leggi in materia e la necessità di modificarle per conformarle alle norme dei diritti umani internazionali.

Alla luce della continua sofferenza delle donne palestinesi, il PCHR sottolinea che la popolazione della Striscia di Gaza, soprattutto donne e bambini, ha un disperato bisogno del sostegno della comunità internazionale, che ha diverse responsabilità, tra cui quella di obbligare le forze di occupazione israeliane a rispettare i diritti umani e a porre fine a politiche che minano o violano tali diritti. Il PCHR chiede anche di porre fine alla divisione politica palestinese e ad attivare il Consiglio legislativo palestinese come un passo per affrontare la violenza domestica contro le donne e garantire la coerenza delle leggi relative alle donne con pertinenti norme internazionali.

In questo contesto, il PCHR:

1. Invita la comunità internazionale ad adottare misure tempestive per obbligare Israele a rispettare i diritti umani, impegnarsi per il diritto internazionale umanitario e porre fine alle violazioni contro i civili palestinesi, in particolare la chiusura imposto alla Striscia di Gaza, che li priva, donne comprese, dei loro diritti che sono garantiti dalle leggi internazionali;

2. Invita i due governi palestinesi di Gaza e di Ramallah ad adottare le misure necessarie per fermare la violenza domestica e perseguire i responsabili dei crimini contro le donne;

3. Invita le due parti della suddivisione politica a prendere in considerazione gli interessi della popolazione palestinese, e a porre immediatamente fine alla scissione e a promulgare e modificare le leggi relative alle donne in conformità con le norme internazionali.

Traduzione di Edy Meroli