WikiLeaks: Hariri teme che la prossima guerra israeliana ponga fine a campi Nato

Beirut – Afp. Il 15 ottobre 2008, il primo ministro libanese Sa'ad Hariri confidò all'allora ambasciatore statunitense in Libano Michelle Sison di temere che un'altra guerra con Israele avrebbe implicato la fine dei campi Nato: lo rivela oggi un documento riportato dal quotidiano nazionale online al-Akhbar.

Nel documento, la cui pubblicazione originaria è attribuita a WikiLeaks, Hariri si dichiarava convinto che il gruppo militante sciita di Hezbollah – che affrontò Israele nella guerra del 2006 – sarebbe insorto nuovamente in caso di ripresa delle ostilità.

Il premier libanese affermava quindi di non riporre fiducia nell'alleanza con Usa e Arabia Saudita, che includeva principalmente cristiani e musulmani sunniti.

Sottolineando come alcuni in Israele e negli Stati Uniti siano convinti che l'esercito israeliano debba eliminare definitivamente Hezbollah dal Libano, Hariri ha avvertito che un simile gesto metterebbe fuori gioco il movimento sciita solo temporaneamente poiché Iran e Siria ne ripristinerebbero la presenza.

“Sunniti e cristiani perderebbero, perché Israele combatterebbe contro un'intera nazione, e non solo contro Hezbollah”.

Al-Akhbar, giornale vicino al movimento sciita, ha cominciato a pubblicare una serie di documenti relativi al Libano – attribuiti a WikiLeaks – pochi giorni dopo che il fondatore del sito, Julian Assange, aveva annunciato la propria collaborazione con i media arabi.

Le rivelazioni giungono in un momento di forte tensione nazionale legata alle indagini del Tribunale speciale per il Libano, l'inchiesta Onu sull'assassinio del padre del premier, Rafiq Hariri, ucciso nel 2005.

A questo proposito, pare che il tribunale abbia intenzione di attribuire la responsabilità dell'omicidio a membri di alto rango del movimento di Hezbollah; una mossa che avrà gravi ripercussioni nel Paese, come ha avvertito lo stesso movimento.

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