E’ il cinquantesimo anniversario del massacro di Kafr Qasem – compiuto all’inizio della guerra del ’56, quando il governo israeliano pensava di effettuare scaramucce sul confine giordano, per coprire i preparativi di attacco all’Egitto, accompagnando le scaramucce medesime con il transfer dei palestinesi rimasti sotto la propria sovranità, cittadini di Israele ma sottoposti alla legge militare (gli ebrei, va da sé, erano sottoposti alla legge civile). Così era stato dichiarato un coprifuoco ai villaggi arabi, che non ne erano stati informati; e così, ‘essendoci il coprifuoco’, la Polizia di Frontiera aveva potuto ammazzarne 47, rei di tornare a casa dal lavoro nei campi.
L’anniversario cade nei giorni in cui Lieberman ‘prende servizio’ nel governo di Israele come ‘ministro alle minacce strategiche’, vale a dire alla prossima guerra all’Iran; lo stesso Lieberman per cui va portata avanti la pulizia etnica contro i palestinesi cittadini di Israele, oltre che, come Israele fa da anni, contro i palestinesi dei Territori Occupati – usando tecniche non molto diverse da quelle del massacro di Kafr Qasem di cui sopra
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