Sinai, stato di massima allerta dopo il rapimento di 7 militari egiziani

Ma’an – Sinai. Il ministro dell’Interno di Gaza ha annunciato lo stato di allerta lungo la frontiera con l’Egitto, a seguito del rapimento, da parte di uomini armati, di 7 soldati e poliziotti di frontiera egiziani nel Sinai, giovedì mattina 16 maggio.

Il ministro di Hamas ha dichiarato che la sicurezza è stata potenziata nel caso i rapitori cercassero di far entrare illegalmente gli agenti egiziani nella Striscia di Gaza.

Testimoni hanno raccontato a Ma’an che le forze egiziane hanno chiuso sette tunnel del contrabbando (le gallerie della sopravvivenza, ndr) a al-Sarsoryeh, a est di Rafah, sul confine egiziano-gazawi. I testimoni hanno aggiunto che è stato notato un grande dispiegamento di soldati egiziani lungo i confini.

Nelle prime ore di giovedì, uomini armati hanno teso un’imboscata a due minibus a Wadi al-Akhdar, tra le città di el-Arish e Sheikh Zuweid, e hanno rapito sette agenti egiziani diretti al Cairo per le ferie mensili, secondo quanto hanno riferito a Ma’an agenti della sicurezza.

Tre dei poliziotti catturati appartengono alle Forze di sicurezza centrale, la sezione del ministero dell’Interno utilizzata per disperdere le proteste (polizia anti-sommossa, ndr). Gli altri quattro appartengono alle forze armate.

Dirigenti delle forze di sicurezza hanno detto a Ma’an di sospettare che i rapitori abbiano progettato di mandare gli uomini catturati nella Striscia di Gaza, attraverso i tunnel.

Le fonti hanno affermato che gli uomini armati sono dei jihadisti che hanno chiesto in cambio il rilascio di sospetti accusati di aver ucciso ufficiali egiziani nell’attacco contro la caserma della polizia a el-Arish, ad agosto.

Un dirigente del ministero dell’Interno egiziano ha giurato una dura rappresaglia se i poliziotti non verranno rilasciati.

Capi locali beduini sono stati convocati per mediare tra le autorità e i rapitori.

Militanti islamisti sfruttano la situazione di caos nella penisola del Sinai per stabilire una base di lancio per attacchi crescenti contro le forze di sicurezza, in una rotta per l’esportazione di gas al vicino Israele.

I rapitori del Sinai sono solitamente beduini che vogliono scambiare gli ostaggi con i membri delle loro tribù che si trovano in prigione.

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