Striscia di Gaza, rapporto: in un anno di tregua, 11 palestinesi uccisi da Israele

shajartilleryafp416Gaza-Quds Press. “Dal 21 novembre 2012, data in cui è entrata in vigore la tregua tra la resistenza palestinese e l’occupazione, raggiunta con la mediazione dell’Egitto, 11 palestinesi sono stati uccisi”. Lo rivela l’agenzia stampa, Quds Press.

Le vittime in questione sono cadute in seguito ad una serie di violazioni israeliane della tregua. Violazioni che consistevano in incursioni, attacchi aerei e di artiglieria, oltre ad azioni ostili contro i pescatori palestinesi in mare, con circa 50 pescatori arrestati e feriti, mentre, diverse imbarcazioni sono state sequestrate o fatte saltare in aria dalla Marina israeliana.

La tregua dell’anno scorso fu siglata dopo otto giorni di ostilità militare israeliana, iniziata il 14 di novembre con all’assassinio di Ahmed al-Ja’abari, vice comandante generale delle Brigate al-Qassam, ala militare del movimento di resistenza islamico, Hamas, in un raid che ha colpito la sua auto a Gaza. La guerra israeliana ha provocato 190 vittime e quasi 1.500 feriti, oltre alla demolizione di un gran numero di case, strutture e luoghi di culto. La risposta della resistenza palestinese consistette nel lancio di centinaia di razzi che raggiunsero Gerusalemme e Tel Aviv per la prima volta dopo la guerra del 1967, con un bilancio di decine di israeliani rimasti uccisi o feriti.

Violazioni della tregua. Nel corso degli ultimi 12 mesi si sono registrate decine di violazioni israeliane della tregua, con sparatorie nelle zone di frontiera, e arresti che hanno riguardato i palestinesi in quelle zone e nel valico di Beit Hanoun (Erez), a nord della Striscia di Gaza. In aggiunta ai raid aerei e agli attacchi, via mare e terra, e all’arresto e il ferimento di decine di pescatori. Dal canto suo, nello stesso periodo, la resistenza ha lanciato alcuni razzi verso i territori del’48 e preso di mira i veicoli militari israeliani in procinto di compiere delle irruzioni nella Striscia di Gaza.

Stando ad un rapporto pubblicato da Quds Press, dopo l’entrata in vigore della tregua, 11 palestinesi della Striscia di Gaza sono stati uccisi. Uno è stato assassinato con un raid aereo, quattro uccisi mentre affrontavano il tentativo delle forze di occupazione di assaltare Khan Younis, sud della Striscia di Gaza. Altri cinque palestinesi sono rimasti uccisi dal fuoco israeliano presso la recinzione di confine che separa la Striscia di Gaza da Israele, mentre manifestavano o coltivavano i propri terreni agricoli. Un altro palestinese è caduto durante il suo tentativo di infiltrarsi nei territori palestinesi occupati.

Stando ai dati del rapporto, il primo mese di tregua, novembre 2012, ha registrato la caduta della prima vittima palestinese. Nel mese successivo, a dicembre, un altro palestinese è rimasto ucciso. A gennaio, invece, due palestinesi sono caduti. Ad agosto e settembre si sono registrate le morti di due palestinesi e, infine, ad ottobre, negli ultimi giorni in particolare, quattro palestinesi sono stati uccisi.

La prima vittima. Il 23 novembre 2012, a due giorni dall’entrata in vigore della tregua, Anwar Abdul Hadi Kodeih, di 20 anni, dalla città di Khuza’a, est di Khan Yunis, è stato ucciso mentre manifestava, insieme ad altri palestinesi, nei terreni agricoli ad est di Khan Yunis.

Il 1° dicembre dello stesso anno, Mahmoud Ali Jarghoun, di 21 anni, di Rafah, sud della Striscia di Gaza, è stato ucciso dal fuoco israeliano aperto contro i manifestanti palestinesi nei pressi del confine, ad est di Rafah.

L’11 di gennaio di quest’anno, le forze di occupazione, di stanza ad est di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, hanno aperto il fuoco contro un gruppo di palestinesi intenti a cacciare i volatili, uccidendo il giovane, Anwar Mohammed al-Mamluk, 21 anni, di Jabalia.

Nello stesso mese, il contadino Mustafa Abu Jarad, di 21anni, è rimasto ucciso quando le forze di occupazione israeliane hanno aperto il fuoco contro un gruppo di agricoltori a nord della città di Beit Lahiya, nord della Striscia.

L‘assassinio mirato. Il 30 aprile scorso, le forze di occupazione hanno messo a segno il primo assassinio dall’inizio della tregua. Gli aerei da guerra israeliani hanno effettuato un raid nel nord-ovest della città di Gaza, uccidendo il giovane Haitham al-Mishal, di 29 anni, dal campo profughi di al-Shati’, nord ovest di Gaza, il cui corpo è stato straziato dai razzi israeliani mentre si trovava alla guida della propria moto.

Il 10 di agosto, le forze di occupazione hanno aperto il fuoco contro alcuni cittadini ad est del campo profughi di al-Bureij, nel centro della Striscia di Gaza, uccidendo il giovane Hussein Awadallah, di 30 anni, dal campo profughi Nuseirat.

Il 13 settembre scorso, il giovane Ismail Abu Hoiashel, di 36 anni, residente nella città di al-Maghraqa, al centro della Striscia di Gaza, è stato ucciso durante il suo tentativo di infiltrarsi nei territori palestinesi del’48 (Israele), in cerca di un lavoro.

Le vittime di Khan Younis. Il 30 di ottobre, quattro militanti palestinesi delle brigate di al-Qassam sono morti mentre affrontavano le forze di occupazione ad est di Khan Younis, sud della Striscia di Gaza. Tutte le vittime provenivano da Khan Younis, si è trattato di: Rabi’ Baraka, 23 anni di Bani Suhaila, est di Khan Younis, Khalid Abu Bakra, 35 anni, Mohammed Daoud, 26 anni e Mohammed al-Kassas, 23 anni, tutti dal campo profughi di Khan Yunis.

Nel suo rapporto, Quds Press ha riferito che i corpi di Baraka e Abu Bakra sono stati recuperati dalle squadre di salvataggio, mentre quelli di Daoud e al-Kassas non sono stati recuperati.

Tra le numerose violazioni della tregua da parte dell’occupazione si sono registrati diversi episodi di sparatorie contro gli agricoltori lungo la recinzione di confine, ad est e a nord della Striscia di Gaza, oltre alle aggressioni contro i pescatori in mare durante il loro esercizio della propria professione, con un bilancio di decine di feriti e arrestati. Inoltre, il rapporto ha documentato decine di raid aerei e attacchi di artiglieria lanciati contro la Striscia di Gaza, che hanno provocato diverse vittime e feriti.

Il rapporto ha anche evidenziato i casi di arresto, lungo il confine, in mare e presso il valico di Erez (Beit Hanoun) contro i viaggiatori palestinesi, i pazienti e i loro accompagnatori.