Lettera di Elvio Arancio alle comunità ebraiche italiane.

Lettera di Elvio Arancio, inviato in Palestina con la delegazione Gaza Vivrà, alle comunità ebraiche italiane.

Care amiche e cari amici del mondo ebraico, 

vi auguro un 2008 sereno e in buona salute. Sono reduce da un viaggio nei territori palestinesi occupati e confesso che ciò che ho visto e sentito mi turba ancora profondamente.
Vi chiedo, in amicizia, di essere meno silenziosamente complici su quel che Israele infligge al popolo palestinese. Quel che sta avvenendo a Gaza, nel silenzio generale, è un crimine contro l’umanità. Sono stanco di violenze ovunque avvengano, non è più tempo di silenzi e di logiche d’appartenenza.
Ritengo possiate fare qualcosa d’importante per trovare una soluzione possibile a questo conflitto.  
Ancora i miei più sinceri auguri.
Elvio Arancio 
 
PS: potrebbe essere che non sappiate molte cose sulla ferocia della politica d’occupazione israeliana, così per informazione vostra, mi permetto di segnalarvi alcune cose tra le tante, così a caso.
 
Dati dell’Unicef sulla condizione dell’infanzia nel Territorio Palestinese Occupato
Sono abituato a dire quel che penso, per cui affermo che non è casuale o comunque non si spiega con ragioni di sicurezza israeliane questo accanimento contro i bambini e in generale i giovani palestinesi, si tratta in realtà di una scelta, per quanto scellerata, strategica e scientemente applicata: la violazione di questi diritti, le repressioni selvagge, gli arresti immotivati e le numerose uccisioni, in realtà, sono finalizzate a suscitare un odio infinito, una rabbia irrefrenabile, un’offesa che si radica nella carne e nelle menti, presupposti necessari alla creazione di nuovi combattenti pronti a tutto, di kamikaze, di uomini e donne palestinesi che assorbiti dall’odio giustificheranno, ancora, la necessità di sicurezza d’Israele e quindi l’occupazione,  in un cerchio maleficamente vizioso che offre allo stato ebraico la possibilità d’esistere senza nulla concedere, semmai depredare.
Elvio Arancio
 
L’impatto di violenze e povertà sui bambini e sulle donne palestinesi
I bambini stanno pagando il prezzo più alto della guerra combattuta dagli adulti. I diritti fondamentali dei bambini palestinesi alla vita, alla protezione, allo sviluppo e all’istruzione – tutti sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia – sono di fatto violati. La situazione di violenza, insicurezza e instabilità produce effetti devastanti sullo stato sanitario, nutrizionale e psicologico della popolazione infantile e delle donne palestinesi:
  • Circa 3.000 bambini muoiono ogni anno a causa di malattie prevenibili o curabili; a Gaza tale numero è aumentato del 15% a causa della crescente mortalità neo natale, riconducibile alla mancanza di apparecchiature e forniture di base per i servizi di assistenza neo natale e di salute materno-infantile;
  • La maggior parte dei bambini muore entro il primo mese di vita poiché nati prematuramente o con peso insufficiente alla nascita, a causa della mancanza di medicine, attrezzature e assistenza;
  • 1 bambino su 10 è affetto da ritardi della crescita, a causa della malnutrizione cronica, che si attesta al 9,9% nel TPO con un picco del13,9% a Gaza: 350.000 bambini sotto i 5 anni ne sono affetti, con il peso maggiore (15%) che grava sui bambini tra 1 e 2 anni. L’incidenza di bambini nati sottopeso è passata da dal 4,9% del giugno 2006 al 9,6% registrata nel marzo 2007. A Gaza e Rafah, il 77,4% dei bambini è affetto da anemia e il 75% dei bambini sotto i 5 anni soffre di carenze di vitamina A.
  • La comparsa dell’influenza aviaria nel Territorio Palestinese Occupato desta particolari preoccupazioni sanitarie soprattutto per i bambini, che di solito sono quelli addetti ad accudire gli animali;
  • 1/3 dei bambini palestinesi ha sperimentato situazioni di violenza; 1/3 delle famiglie palestinesi denunciano disturbi psicosociali nei propri figli;
  • 1/4 delle famiglie palestinesi denunciano disturbi comportamentali nei propri figli, quali la difficoltà di concentrazione a scuola, atteggiamenti aggressivi o la volontà di lasciare la scuola;
  • Ogni anno sempre meno bambini iniziano l’anno scolastico e la qualità dell’istruzione continua a calare;
  • 2/3 dei bambini e adolescenti dei Territori non hanno spazi sicuri dove poter giocare, svolgere attività socio-ricreative ed interagire;
  • In costante aumento il numero dei bambini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, passati da 319 a gennaio 2006 a 340 a dicembre dello stesso anno ai 375 del settembre 2007.

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