Appello di 19 organizzazioni europee per salvare migliaia di profughi palestinesi in Siria

YarmoukBrussels-Quds Press. Diverse organizzazioni palestinesi attive in Europa hanno lanciato un appello urgente per salvare la vita di migliaia di rifugiati residenti nel campo di Yarmuk, situato nella capitale siriana, Damasco. Hanno anche chiesto di aprire un corridoio umanitario, allo scopo di facilitare il passaggio delle persone e il trasporto dei materiali di base nel campo assediato da più di 90 giorni.

In un comunicato stampa congiunto, 19 organizzazioni palestinesi hanno dichiarato che “il campo profughi di Yarmouk ha pagato un prezzo troppo alto dall’inizio della crisi siriana, due anni fa. Da 96 giorni esso è sottoposto ad un assedio totale, dopo quello parziale imposto nove mesi fa. Più di 20 mila persone, per lo più bambini, donne e anziani, non hanno potuto abbandonare il campo e sono dovute rimanere al suo interno.

“Il campo profughi di Yarmuk, che ha subito ingenti danni e in cui più di 1500 case sono state distrutte, soffre oggi a causa dell’interruzione di energia elettrica, delle reti di telecomunicazioni e dell’acqua, oltre alla scarsità di cibo. Questo fatto ha indotto l’imam di una moschea del campo a permettere ai fedeli di mangiare perfino la carne dei cani e i gatti per sopravvivere. Ciò rappresenta un pericoloso precedente e lascia intravedere uno scenario catastrofico”, si legge nel comunicato.

Le organizzazioni hanno sottolineato l’importanza che l’Onu, tramite le sue agenzie competenti, assuma le proprie responsabilità nei confronti dei profughi. Hanno anche esortato a permettere al Comitato internazionale della Croce Rossa di aiutare gli abitanti del campo profughi di Yarmuk, che si trovano sull’orlo di una carestia.

Sempre nello stesso comunicato, le organizzazioni firmatarie hanno deplorato il fallimento delle istituzioni internazionali nel fornire i minimi requisiti di sopravvivenza agli abitanti del campo. Hanno quindi esortando il governo siriano, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) e la Lega araba ad assumersi le proprie responsabilità di fronte alla disastrosa situazione.

Le organizzazione hanno anche avvertito che la vita di 20 mila civili nel campo profughi è in estremo pericolo, perché minacciati di morire di fame se rimangono al suo interno o di essere uccisi dai missili e i proiettili se dovessero tentare di fuggire.

Infine, le organizzazioni palestinesi hanno esortato a porre fine alla politica di “affamare gli abitanti del campo profughi”, considerandola “un crimine a livello umanitario, morale e nazionale”. Hanno quindi invitato le istituzioni della comunità internazionale e il mondo libero ad assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei rifugiati del campo di Yarmuk, nel quale sono cadute 634 vittime, un terzo dei palestinesi uccisi in Siria dall’inizio della crisi. Il comunicato si è concluso con un appello per processare “i responsabili dell’assedio imposto sul campo, e coloro che affamano e terrorizzano i civili, in quanto si tratta di un atto di punizione collettiva ai sensi del diritto internazionale”.