B’Tselem: nel 2021, Israele ha ucciso 313 palestinesi

MEMO. Nel 2021, le forze di occupazione israeliane (IOF) hanno ucciso 313 palestinesi nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza, inclusi 71 minori. E’ quanto ha reso noto il gruppo per i diritti israeliani B’Tselem in un rapporto pubblicato martedì 4 gennaio 2022.

Il rapporto afferma che 236 sono stati uccisi nella Striscia di Gaza, principalmente durante l’offensiva israeliana su Gaza tra l’11 e il 21 maggio, e 77 nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme est.

Secondo B’Tselem, altri tre palestinesi sono stati uccisi da coloni armati o da soldati che stavano scortando i coloni.

Ha anche affermato che “un altro minore palestinese è stato ucciso da un civile israeliano e, successivamente, da agenti di polizia di frontiera, e due palestinesi sono stati uccisi da coloni armati”.

Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto delle Nazioni Unite in cui si afferma che “durante i combattimenti di maggio, gli attacchi dell’esercito israeliano hanno ucciso 260 palestinesi”. Il rapporto affermava anche che questo numero include 66 bambini.

Riguardo ai palestinesi uccisi nella Cisgiordania occupata, B’Tselem ha affermato che 32 degli “uccisi dalle forze di sicurezza israeliane, inclusi nove minori, sono stati colpiti durante o vicino a manifestazioni o in incidenti in cui i palestinesi hanno lanciato pietre”.

Ha aggiunto: “Tra loro c’erano Islam Dar Nasser, 16 anni, e Muhammad Tamimi, 17 anni, a cui i soldati hanno sparato alle spalle”.

B’Tselem ha anche affermato che “il 14 maggio 2021 è stato il giorno più mortale in Cisgiordania dal 2002: 13 palestinesi sono stati uccisi… Tra loro c’erano Nidal Safadi, ‘Awad Harb e Isma’il Tubasi – tutti e tre colpiti da coloni armati o da soldati che li scortavano”.

Il gruppo per i diritti israeliani ha affermato di aver indagato su 336 episodi di violenza dei coloni nel 2021, rispetto ai 251 del 2020.

“Questi incidenti rendono ampiamente chiaro che la violenza dei coloni non è un’iniziativa privata ma un altro strumento, meno formale, che il regime dell’apartheid israeliano usa per conquistare sempre più terra palestinese”, ha detto B’Tselem.

Nel suo rapporto, B’Tselem ha affermato: “La politica di fuoco aperto, sfrenata e illegale di Israele ha provocato l’uccisione di centinaia di palestinesi, lo scorso anno. Circa il 70% è stato ucciso nella Striscia di Gaza quando è stata implementata la politica criminale dei bombardamenti contro aree densamente popolate”.

B’Tselem ha affermato che alti funzionari israeliani “insistono sul fatto che il fuoco letale viene utilizzato come ultima risorsa, in conformità con il diritto israeliano e internazionale, e sottolineano che gli incidenti sono oggetto di indagine.

“Eppure i fatti dimostrano il contrario: le sparatorie letali sono routine e nessuno è ritenuto responsabile”.

(Foto scattata il 17 luglio 2021 mostra Suleiman al-Hazalin, che vive nel villaggio di Umm al-Khair di Hebron, mentre resiste alle forze israeliane in Cisgiordania [Mamoun Wazwaz/Agenzia Anadolu]).

Traduzione per InfoPal di L.P.