Controversa legge israeliana potrà includere la pena di morte per i detenuti palestinesi di Gaza

Tel Aviv – Quds News. Il ministero della Giustizia israeliano sta lavorando per accelerare le misure legislative per una nuova legge relativa all’arresto e al processo di migliaia di palestinesi detenuti dalla Striscia di Gaza dopo l’Operazione Ciclone di al-Aqsa del 7 ottobre. Secondo quanto riportato da Israele, la nuova legge dovrebbe includere la pena di morte.

Essa mira a modificare gli attuali sistemi di detenzione, indagine e processo delineati nelle leggi sugli arresti esistenti. Nel frattempo, sarà promulgata una serie di nuove leggi a causa della “difficoltà di raccogliere e documentare le prove sul campo”, come riportato martedì dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth.

Una delle sfide che la nuova legge affronterà è la difficoltà di determinare la parte che ha preso di mira ciascuna delle vittime israeliane.

Le indagini pubblicate dal giornale nelle ultime due settimane hanno confermato che il 7 ottobre le forze israeliane hanno ricevuto l’ordine di eseguire la “procedura Hannibal”, che prevedeva di sparare su chiunque rientrasse nella Striscia di Gaza dalla regione vicino a Gaza. Questo includeva sparare contro combattenti di Hamas, civili palestinesi e ostaggi israeliani detenuti e trasportati nella Striscia.

La nuova legge affronterà anche la questione se tutti i palestinesi detenuti saranno accusati di ciò che è accaduto il 7 ottobre, e determinerà la natura dell’organo giudiziario che si occuperà dei casi, se sarà un normale tribunale centrale, un tribunale militare o un tribunale speciale.

La decisione sulla nuova legge è stata presa in coordinamento tra alti funzionari del ministero della Giustizia e il capo del Comitato per la Legge e la costituzione della Knesset, Simcha Rotman, che presiede la sottocommissione della Knesset costituita per esaminare il processo contro i palestinesi della Striscia.

Rotman, citato dal giornale, ha dichiarato: “La realtà in cui dobbiamo modificare la legislazione esistente senza una chiara decisione politica sulla nostra direzione non porta alla soluzione migliore”.

Lunedì, il procuratore generale israeliano, Gali Baharav Miara, ha incontrato i procuratori generali e i funzionari della procura generale dei Paesi i cui cittadini sono stati uccisi il 7 ottobre o detenuti nella Striscia.

All’incontro hanno partecipato i procuratori generali di Stati Uniti, Germania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Portogallo, Estonia e i rappresentanti delle ambasciate di Giappone, Australia e Danimarca a Tel Aviv.

I procuratori generali hanno incontrato i membri della squadra legale che rappresenta Israele presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aja per rispondere alla causa intentata dal Sud Africa che accusa Israele di aver commesso un genocidio contro la popolazione di Gaza.

Hanno, inoltre, incontrato funzionari dei ministeri della Sicurezza, degli Affari Esteri e della Polizia israeliana e hanno ricevuto relazioni sulla narrazione israeliana dell’Operazione Ciclone di al-Aqsa condotta da Hamas il 7 ottobre 2023, nonché sul movimento di Hamas. Hanno inoltre partecipato a una visita delle colonie israeliane nelle vicinanze della Striscia di Gaza.

Secondo le stime, la preparazione e l’approvazione della nuova legge alla Knesset richiederà circa due mesi, ma la leadership del sistema giudiziario ritiene che i processi avranno luogo solo dopo la fine della guerra a Gaza.

Il giornale ha anche aggiunto che “finché ci sono ostaggi a Gaza, Israele non è interessato a una mossa che potrebbe ostacolare le loro possibilità di ritorno”.

Un altro motivo di preoccupazione per Israele è il timore di un’escalation da parte dei palestinesi e delle organizzazioni per i diritti umani in Europa che avviano azioni legali contro Israele presso la Corte penale internazionale dell’Aja per crimini di guerra contro i civili nella Striscia di Gaza.

L’Assemblea generale della Knesset ha già approvato un disegno di legge presentato da Rotman per emendare la Legge sulla difesa generale, che vieta all’Unità di difesa pubblica del ministero della Giustizia di rappresentare i detenuti di Gaza.

Il disegno di legge mira anche a impedire agli avvocati internazionali di rappresentare i detenuti. Il procuratore generale Miara e l’Unità di Difesa Pubblica si sono opposti a questo emendamento.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.