Dahlan: ‘Non escludiamo che Israele e gli Usa decidano di boicottare Abbas. Ma noi glielo impediremo’.

Il deputato del gruppo di Fatah Mohammed Dahlan, capo della commissione della sicurezza nel Consiglio legislativo palestinese, non smentisce che possa essere imposto un assedio su Abbas da parte del governo israeliano e di quello degli Stati Uniti.

Durante una conferenza stampa a Ramallah, ieri sera, ha dichiarato: “Non neghiamo la possibilità che possa essere imposto un boicottaggio contro il presidente Abbas e abbiamo iniziato a prepararci perché ciò non accada”, aggiungendo: “Il presidente Abbas ha preso la una decisione (in riferimento alla formazione del governo di unità nazionale) e noi stiamo tutti al suo fianco”.

Dahlan ha chiarito che se il governo israeliano deciderà di commettere gli stessi errori compiuti nel passato "sarà più perdente dei palestinesi", e ha espresso la speranza che ciò non succeda.

Il deputato Dahlan ha precisato che il governo israeliano non potrà imporre la sua logica “distorta” contro Abbas e contro l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, e ha aggiunto: “Non gli permetteremo di intromettersi negli affari interni palestinesi perché il presidente ha fatto grandi sforzi per riunire il popolo e le sue fazioni e per togliere i pretesti a Israele”.

Dahlan ha distinto tra la posizione americana ed israeliana: gli Usa hanno deciso di studiare la forma, il programma e le personalità nominate all’interno del governo palestinese; gli israeliani, invece, rifiutano di trattare con il governo palestinese e hanno chiesto al presidente Abbas di non prendervi parte.

Dahlan ha invitato il primo ministro palestinese incaricato Ismail Haniyah ad accelerare la formazione del governo e di presentarlo al presidente Abbas. E ha ammesso che il nuovo esecutivo sta già subendo grandi pressioni da parte della comunità internazionale e, in particolare, di Israele, Stati Uniti e qualche paese dell’Unione Europea.

E ha invitato le due parti, americana e israeliana, a rispettare l’agenda nazionale palestinese: “Nessuno ci può obbligare ad accettare condizioni che non sono in accordo con i nostri interessi interni. Devono rispettare i nostri programmi come noi rispettiamo i loro”.

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