Erdogan: ‘Non ci può essere pace senza Hamas’

Memo. Il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato che nessuna pace potrà essere raggiunta in Palestina o nel resto della regione senza il coinvolgimento del Movimento di resistenza islamica, Hamas.

L'attuale governo di Israele, guidato dal premier Benjamin Netanyahu, secondo Ergodan, è il “peggiore” nella storia dei governi di Israele.

Nel corso di un'intervista rilasciata a “Without border”, programma di al-Jazeera, Ergodan ha puntualizzato che Hamas non è “un'organizzazione terrorista”, e che i suoi membri sono “individui che non fanno altro che difendere la propria patria”.

Ha ricordato che il “movimento partecipò alle elezioni e vinse, e che coloro che ne chiedono la deposizione dal governo sono nemici della democrazia”.

“Al Movimento che governa Gaza non è mai stata concessa una sola chance, tutt'altro, qualunque opportunità gli è stata negata e gli sono stati posti degli ostacoli; i suoi ministri e deputati sono stati imprigionati. Che razza di democrazia è questa? Al contrario, è anti-democrazia”.

Erdogan ha confidato di aver riferito personalmente a Tony Blair, inviato di pace del Quartetto internazionale in Medio Oriente, che Hamas è parte della questione e che “qualunque tavola rotonda dove Hamas non sia presente, non produrrà alcun risultato per la pace”.

Il presidente turco ha poi aggiunto: “Ho anche chiarito a Blair che sia il Movimento di liberazione nazionale palestinese, Fatah, che Hamas sono elementi fondamentali in Palestina e che, qualora scegliesse di rivolgersi unicamente ad una parte, ignorando l'altra, la pace palestinese non si materializzerà mai”.

Sulle relazioni con Israele. I rapporti tra i due Paesi si erano incrinati in seguito all'aggressione israeliana su Gaza (2008-2009) per aggravarsi ulteriormente con l'attacco di Israele contro la Freedom Flotilla, alla fine dello scorso maggio, le cui navi trasportavano aiuti umanitari.

Nell'intervista ad al-Jazeera, Erdogan ha dichiarato: “Se Netanyahu non rivede e non cambia le proprie politiche, allora non si aspetti alcun cambiamento nella nostra posizione”.

Il “peggiore e il più infausto” nella storia dei governi di Israele, è quello di Netanyahu, secondo l'opinione del premier turco, il quale ribadisce che il suo Paese non siederà mai allo stesso tavolo di Israele se questo non cambierà le proprie politiche.

“Non rinnoveremo alcun accordo precedentemente siglato con Israele. Questo comporterà per lo Stato ebraico un perdita, in quanto, dopo lo la Turchia, non troverà nessun altro Stato nella regione disponibile a sedere allo stesso tavolo”.

Concludendo, Erdogan ha voluto ripetere le condizioni del suo Paese per la ripresa dei rapporti con Israele: lo Stato ebraico deve scusarsi con la Turchia e pagare una ricompensa alle famiglie delle nove vittime turche, uccise nell'attacco contro la Freedom Flotilla, e deve rimuovere l'assedio su Gaza.

“Quando adempiranno a queste condizioni, allora ripareremo la situazione”.

Ma Erdogan ha speso anche dure parole in risposta alle affermazioni del ministro degli Esteri israeliano proprio in merito alle compensazioni.

Avigdor Lieberman aveva definito quella richiesta “un'istanza audace”, cui Erdogan ha ribattuto: “Chi ha definito insignificanti i diritti della Turchia è un individuo che dovrebbe guardarsi allo specchio per vedere tutto il senso dell'insignificanza in se stesso”.

“Lieberman è un problema per i leader israeliani, che avrebbero voluto sbarazzarsene, ma questo è un loro dovere, non nostro e, se non dovessero liberarsene, allora i problemi che gli israeliani dovranno affrontare in futuro non avranno mai fine”.

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