Figure pubbliche chiedono al Regno Unito di non portare avanti le accuse contro gli attivisti pro-Palestina

Londra – MEMO. 80 personaggi pubblici, tra cui membri del Parlamento europeo, sceneggiatori, docenti, musicisti, scrittori e giornalisti, hanno firmato una lettera aperta in cui chiedono al Regno Unito di rilasciare i manifestanti di Palestine Action detenuti che “hanno sacrificato la loro libertà per sfidare la violenza coloniale”.

I manifestanti sono stati arrestati mentre ostacolavano gli ingressi a diversi siti appartenenti al più grande produttore di armi di Israele, l’Elbit Systems, nel Regno Unito. Elbit, si legge nella lettera, produce “una serie di armamenti, tra cui droni dotati di carichi” e “trae profitto dalla popolazione oppressa della Palestina: ha trasformato i civili in un laboratorio umano, dove può testare armamenti sperimentali, migliorarli e poi commercializzarli come ‘provati sul campo’ e contrassegnati come ‘testati in battaglia’ […]”.

I firmatari, tra cui lo scrittore e attivista palestinese Mohammed el-Kurd e i musicisti Roger Waters e Lowkey, hanno aggiunto: “Chiediamo che vengano ritirate le accuse contro coloro che sono già incarcerati e a rischio per il loro impegno nel disturbare la produzione criminale di armi israeliane su suolo britannico.

“Siamo solidali con coloro che hanno sacrificato la loro libertà per sfidare la violenza coloniale e invitiamo gli altri a fare lo stesso finché essi ed il popolo palestinese saranno liberi”.

Le azioni intraprese da Palestine Action, ha continuato la lettera, “hanno portato alla chiusura di due siti della Elbit e alla perdita di milioni di sterline attraverso la cessazione dei contratti del ministero della Difesa. Palestine Action ha ispirato le comunità locali di tutto il paese a ribellarsi contro queste fabbriche immorali che traggono profitto dal business della guerra e della distruzione”.

Nonostante ciò, il governo britannico “ha deciso di dare priorità ai suoi interessi nel proteggere la catena di approvvigionamento militare di uno stato d’Apartheid straniero, imprigionando il proprio popolo”.

“Gli eroi che hanno intrapreso coraggiose azioni per smascherare e smantellare il ruolo della Gran Bretagna nella colonizzazione della Palestina dovrebbero essere celebrati e ricompensati, non imprigionati. Pertanto, chiediamo il rilascio di tutti i prigionieri politici di Palestine Action ed il ritiro delle accuse”.

Tra i firmatari della lettera ci sono anche la regista britannico-palestinese Farah Nabulsi, l’avvocato e vincitore del premio accademico del Palestine Book Award del 2019, il professor Noura Erakat, e la vincitrice del premio creativo 2020 Susan Abulhawa, oltre al direttore di CAGE Moazzam Begg, agli europarlamentari Mick Wallace e Clare Daly e all’accademico David Miller, licenziato dall’Università di Bristol a seguito di una campagna del lobby israeliana per le sue critiche allo Stato sionista.

(Foto: https://www.palestineaction.org/one-year-palestine-action/).