Fondazione di Gerusalemme: governo Netanyahu accelera l’ebraicizzazione di al-Aqsa

scavi buraqAl-Quds (Gerusalemme) – InfoPal. L’appoggio dato dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu, al piano Sharansky, che riguarda il Muro di al-Buraq (Muro del Pianto), rappresenta “un’escalation delle operazioni di ebraicizzazione dell’intera area, e una minaccia diretta alla moschea di al-Aqsa”. Lo ha affermato la Fondazione al-Aqsa per il patrimonio e i beni religiosi, avvertendo che ciò “avrà delle gravi conseguenze”.

Martedì 23 aprile, in un comunicato stampa, la fondazione ha esortato la nazione islamica ad agire urgentemente, su tutti i livelli, per affrontare questi piani che “costituiscono una flagrante aggressione contro la moschea di al-Aqsa, e il Muro del Buraq, in particolare”.

La fondazione di Gerusalemme, riportando dal quotidiano ebraico Haaretz, ha reso noto che Netanyahu, durante un suo recente viaggio in Gran Bretagna, insieme a Natan Sharansky, ha avuto il modo di esaminare a fondo i dettagli del piano in questione, esprimendo, alla fine, il proprio appoggio allo stesso. Il piano in questione prevede di espandere la piazza di al-Buraq, alzando l’attuale livello del suolo, per giungere, a lavori conclusi, ad una grande piazza, che va dal lato sud-ovest della moschea di al-Aqsa, fino a nord, raggiungendo la scuola di al-Tankaziya. La fondazione ha poi sottolineato che l’area in questione, insieme al Muro di al-Buraq, formavano il quartiere di Bab al-Magharba (Porta dei Magrebini), che fu distrutto dall’occupazione nel 1967, e trasformato, insieme alla parte esterna del muro di al-Buraq, in una grande sinagoga.

Al-Aqsa ha ribadito che “l’attuazione del piano in questione avrà delle gravi ripercussioni sulla moschea di al-Aqsa, e nei suoi dintorni”. Ha quindi reso noto che Netanyahu ha chiesto a Sharansky di incontrare il cosiddetto “Consigliere per la sicurezza nazionale d’Israele, per discutere le conseguenze del piano, prima di fare un passo avanti e adottarlo nel più breve tempo possibile”.

Ha aggiunto: “Il piano Sharansky mira a cancellare ciò che rimane degli storici monumenti islamici di al-Aqsa. Infatti, nei dettagli, esso prevede di alzare il livello del suolo del muro sud-occidentale della moschea (compreso tra la sala di preghiera delle donne e quella del Museo islamico, entrambi appartenenti alla moschea di Gerusalemme), e aprire questa parte alla piazza di al-Buraq, formando una singola unità, il che porterà inevitabilmente a cancellare i monumenti islamici e ebraicizzare ciò che resta”.

La Fondazione al-Aqsa per il patrimonio e i beni religiosi ha definito “ingannevole” il piano in questione, invitando a non considerarlo come la semplice soluzione di una controversia tra diverse correnti religiose e politiche israeliane, sottolineando che “nessuno ha il diritto di occupare lo spazio citato nel piano, essendo di proprietà islamica”. Ha poi proseguito: ”Cercare di far passare il progetto di ebraicizzazione come una soluzione ad una controversia è un tentativo di raggiro, e serve per gettare fumo negli occhi”.