Today’s Zaman. L’Alta corte penale turca ha accolto la richiesta di ergastolo contro quattro comandanti israeliani, tra cui l’ex capo di Stato maggiore, coinvolti nell’attacco contro la flotta di aiuti (la Freedom Flotilla 1, ndr) diretta a Gaza, nel 2010, che ha provocato la morte di 8 turchi e di un turco-americano (a bordo della nave turca Mavi Marmara, ndr).
La VII Alta corte criminale di Istanbul, oggi, lunedì 28 maggio, ha accettato la richiesta di incriminazione presentata la settimana scorsa dal Procuratore spaciale Mehmet Akif Ekinci.
L’accusa chiede nove ergastoli ciascuno per l’ex capo di Stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane (IDF), Gen. Gabi Ashkenazi, per il comandante delle Forze navali, il vice-ammiraglio Eliezer Marom, per l’ex capo dell’intelligence militare israeliana, Magg. Gen. Amos Yadlin, e per l’ex comandante dell’intelligence delle Forze aeree, Brig. Brig. Gen. Avishai Levi, accusati di istigazione all’omicidio premeditato.
Ekinci ha presentato il documento martedì scorso, e con la decisione della Corte di accogliere la richiesta di ergastolo, le accuse da parte della Turchia contro i comandanti israeliani sono diventate ufficiali.
Nella requisitoria, che rischia di aggravare ulteriormente i già deteriorati legami tra le due potenze regionali, il pubblico ministero ha chiesto fino a 18.032 anni per ciascuno dei comandanti, con varie altre imputazioni, tra cui il tentato omicidio premeditato e il ferimento.
L’atto di accusa di Ekinci nomina soltanto i comandanti che diedero gli ordini, con i soldati che li eseguirono durante il raid citati in separata sede. L’inchiesta sui soldati è ancora in corso.
Mentre preparava l’atto d’accusa, il procuratore ha ascoltato le storie di circa 600 testimoni, inclusi i passeggeri a bordo della nave ed i parenti delle vittime, come parte delle indagini.
La sentenza senza precedenti chiesta dal procuratore vuole essere una riflessione sulle numerose vittime colpite dalle azioni militari di Israele.
Otto cittadini turchi e un turco-americano furono uccisi quando la Marina israeliana attaccò una flottiglia internazionale che tentava di rompere il blocco israeliano su Gaza, nel maggio 2010.
A seguito dell’attacco, il governo israeliano istituì la Turkel Commission, una commissione d’inchiesta guidata dal giudice della Corte Suprema israeliana Jacob Turkel, per indagare sull’attacco.
I leader turchi respinsero i risultati dell’inchiesta israeliana, e il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon si unì ad altri nella richiesta di un’indagine indipendente, affermando che quella israeliana non avrebbe goduto di credibilità internazionale.