Gaza – Speciale InfoPal. Con la mediazione egiziana, le fazioni palestinesi si sono impegnate in una tregua con l’occupante israeliano.
All’una di questa mattina, ora locale, è entrata in vigore la tregua.
Yasser ‘Othman, diplomatico egiziano a Ramallah, ha parlato per telefono con il nostro corrispondente da Gaza, degli sforzi perseguiti dal suo paese in questi giorni per cercare di arrestare il ciclo di violenza a Gaza, ricordando “per impedire lo spargimento di altro sangue palestinese”.
Le garanzie avanzate da Israele. Contro una tregua rispettata dalla parte palestinese, Israele si sarebbe impegnato, davanti all’Egitto, a porre fine alla catena di raid aerei lampo – 40 da venerdì scorso – includendo il rispetto per il cessate il fuoco, non osservato da Israele, risalente a ottobre scorso.
A cinque ore dall’ultimo attacco omicida di Israele, con l’assassinio di due combattenti del Jihad, viene sottoscritta la tregua, ma l’aviazione israeliana continua a sorvolare i cieli di Gaza.
L’impegno palestinese. Il Jihad Islamico, il gruppo della resistenza palestinese che ha subito le perdite maggiori con i bombardamenti israeliani – 15 suoi combattenti sono stati assassinati – ha deciso, insieme al resto delle fazioni, di accogliere la tregua.
Fino a ieri mattina, erano pubbliche le dichiarazioni del Jihad Islamico nelle quali si specificava, che all’attuale stato dei fatti, sarebbe stata improponibile una tregua.
Oggi, con la mediazione egiziana, anche il Jihad e i Comitati di Resistenza popolare, accolgono una tregua con l’occupante israeliano, mettendo in chiaro che “qualora venissimo attaccati nuovamente da Israele, non sarebbe plausibile chiederci di rispettare nessuna tregua. Allora non potrete chiederci di restare a guardare. Sarà fondamentale il rispetto reciproco e contestuale della tregua L’occupante fermi gli assassinii mirati”, ha dichiarato in pubblico Daoud Shihab, portavoce del Jihad Islamico.