Gaza: l’esercito israeliano rischia di annientare Beit Lahya, uccidendone e scacciandone gli abitanti

Euromedmonitor.org/ L’esercito israeliano sta quasi certamente compiendo un nuovo massacro nella città di Beit Lahya, nel nord della Striscia di Gaza, con l’avvio di una nuova fase di evacuazioni forzate dei circa 50.000 cittadini rimasti nell’area. Le Nazioni Unite e gli altri soggetti internazionali devono agire immediatamente per proteggere i civili palestinesi.

Dopo aver dichiarato la città di Beit Lahya “zona pericolosa di guerra” e aver minacciato di voler “agire con estrema forza”, l’esercito israeliano ha iniziato a lanciare pesanti attacchi aerei e di artiglieria sulla città, seguiti da nuovi ordini di evacuazione.

L’esercito israeliano ha allestito aree apposite per consentire ai residenti della città di Beit Lahya di evacuare verso rifugi negli isolati n. 1770 e 1766, ma queste erano originariamente zone già distrutte, assolutamente non adatte a qualsiasi forma di vita e mancano sia di approvvigionamento idrico che di sistemi fognari funzionanti.

I due luoghi designati per l’evacuazione sono aree pericolose e, come tutte le zone della città di Beit Lahia in particolare, e del nord della Striscia di Gaza in generale, sono state precedentemente soggette a una distruzione massiccia, compresi i centri di accoglienza e le strutture pubbliche, a seguito dell’attacco militare israeliano iniziato il 7 ottobre.

Alla luce dei continui crimini di genocidio e della politica di sfollamento forzato nella Striscia di Gaza, ogni area designata dall’esercito israeliano come zona di operazione militare viene completamente distrutta, sottoposta ad un assedio duro ed oppressivo e massacrata in modo orribile, mentre i pochi  residenti rimasti non hanno alcun posto sicuro dove fuggire.

In assenza di meccanismi internazionali validi che accertino le responsabilità e di qualsiasi azione internazionale rapida per porre fine a questi crimini, che continuano da oltre sei mesi, l’operazione militare lanciata dall’esercito israeliano nella città di Beit Lahya si trasformerà in crimini ancor più gravi e in violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani.

La città di Beit Lahya è stata teatro di varie e vaste operazioni militari da parte dell’esercito israeliano durante i sette mesi precedenti l’assalto militare alla Striscia di Gaza. Una di queste operazioni era stata effettuata alla fine di dicembre del 2022, e aveva provocato ingenti danni a case, infrastrutture e strutture civili e di assistenza, con la distruzione di circa il 90% degli edifici e delle infrastrutture della città.

L’operazione militare dell’esercito israeliano a Beit Lahya sta avvenendo nel 200° giorno del massiccio attacco militare alla Striscia di Gaza, che ha avuto conseguenze orribili causate dalle aggressioni dirette e deliberate contro i civili palestinesi nel contesto della vergognosa mancanza di azione da parte dei soggetti internazionali che avrebbero dovuto obbligare Israele a rispettare le norme del diritto internazionale umanitario e gli ordini della Corte Internazionale di Giustizia per porre fine al suo crimine di genocidio.

Nel corso dei 200 giorni di attacco, l’esercito israeliano ha ucciso 42.510 palestinesi, 38.621 dei quali civili, tra cui 10.091 donne e 15.780 bambini. Ci sono ancora diverse migliaia di morti sotto le macerie, mentre altre migliaia restano dispersi.

Sulla base di questi dati, il bilancio giornaliero delle vittime palestinesi ha raggiunto 212, tra cui 50 donne e 79 bambini. Queste sono le statistiche più terrificanti nella storia del conflitto arabo-israeliano così come tra tutti i conflitti attualmente in corso.

I team di Euro-Med hanno documentato migliaia di crimini in cui l’esercito israeliano ha considerato i civili come obiettivi legittimi, prendendoli di mira senza alcuna necessità o proporzionalità. Questi crimini includono bombardamenti su case e rifugi con all’interno i residenti, esecuzioni extragiudiziali e bombardamenti indiscriminati con intento intimidatorio.

La comunità internazionale deve ora rompere il silenzio e intraprendere tutte le azioni necessarie per porre fine al massacro di Beit Lahya e proteggere il popolo palestinese da tutti i crimini commessi nella Striscia di Gaza, compresi omicidi, esecuzioni, detenzioni arbitrarie, torture, sparizioni e sfollamenti forzati.

La comunità internazionale deve anche rispettare i propri obblighi giuridici in base al diritto internazionale per impedire a Israele di compiere ancora gli atti di genocidio contro il popolo di Gaza come ha fatto a partire dal 7 ottobre. Inoltre, la comunità internazionale deve fare pressione su Israele affinché cessi immediatamente tutti gli atti di genocidio e si attenga alle sentenze della Corte Internazionale di Giustizia.

Per evitare di essere complici dei crimini commessi nella Striscia di Gaza, compreso il crimine di genocidio, tutte le nazioni dovrebbero accettare i propri obblighi internazionali e cessare di fornire a Israele qualsiasi tipo di sostegno politico, finanziario o militare. In particolare, i trasferimenti di armi a Israele, compresi i permessi di esportazione e gli aiuti militari, dovrebbero essere immediatamente fermati.

Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi