Gaza: l’Ospedale Al-Shifa è un “bagno di sangue”, afferma l’OMS

Gaza – MEMO. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha descritto il pronto soccorso dell’ospedale al-Shifa nella Striscia di Gaza come un “bagno di sangue che necessita di essere rianimato”. L’ospedale è stato pesantemente bersagliato dalle bombe israeliane, ha ricordato domenica l’organizzazione.

Una squadra dell’OMS e di altre agenzie delle Nazioni Unite è stata in grado di consegnare forniture mediche all’ospedale, sabato. Al-Shifa è la più grande struttura medica nella Striscia di Gaza assediata e bombardata.

“Decine di migliaia di sfollati stanno usando l’edificio e il terreno dell’ospedale come rifugio”, ha dichiarato l’OMS. C’è “una grave carenza” di acqua potabile e cibo.

“L’équipe ha descritto il pronto soccorso come un ‘bagno di sangue’, con centinaia di pazienti feriti all’interno e nuovi pazienti in arrivo ogni minuto”. I pazienti con ferite da trauma venivano suturati sul pavimento. “Non è disponibile alcun trattamento per il dolore”.

L’ospedale sta funzionando a un livello minimo con pochissimo personale, ha spiegato l’OMS. “I pazienti critici vengono trasferiti all’Ospedale Arabo Al-Ahli per gli interventi chirurgici [perché] le sale operatorie non funzionano a causa della mancanza di ossigeno e di forniture. È un ospedale che ha bisogno di essere rianimato”.

Il team dell’OMS ha sottolineato che solo 30 pazienti possono ricevere la dialisi ogni giorno. L’organizzazione cercherà di rinforzare Al-Shifa “nelle prossime settimane” affinché possa riprendere i servizi di base. “Fino a 20 sale operatorie dell’ospedale, così come i servizi di assistenza post-operatoria, possono essere attivati se ricevono le forniture regolari di carburante, ossigeno, medicinali, cibo e acqua, oltre che del personale necessario”.

Attualmente, l’Ospedale Al-Ahli è l’unico ospedale “parzialmente funzionante” in tutto il nord della Striscia di Gaza, mentre tre ospedali, ovvero Al-Shifa, Al-Awda ed il complesso medico Al-Sahaba, funzionano a livello minimo.

L’esercito israeliano ha deliberatamente preso di mira le infrastrutture sanitarie nella Striscia di Gaza assediata con bombardamenti aerei e terrestri dal 7 ottobre, aggravando le difficoltà già presenti dopo 16 anni di assedio. Secondo il ministero della Salute palestinese a Gaza, dall’inizio dell’offensiva militare di domenica Israele ha ucciso 18.800 palestinesi, soprattutto bambini e donne.

(Foto: [Abdulqader Sabbah – Anadolu Agency]).

Traduzione per InfoPal di F.H.L.