Gaza – Quds Press/InfoPal.
Di ‘Abdel Ghani ash-Shami.
Secondo il parere recentemente espresso da Mahmoud az-Zahar, membro dell’ufficio politico di Hamas, “nonostante le circostanze non siano a noi favorevoli, con un’occupazione israeliana persistente e pressioni dall’estero, le condizioni in cui si sta svolgendo il processo di riconciliazione politica palestinese sono positive e prossime alla sua riuscita. Il dialogo con Fatah è costante e proficuo”.
Elezioni libere e programmi condivisi. Per il leader politico di Hamas sono due i binari sui quali deve viaggiare il processo politico: “Elezioni palestinesi libere e giuste, il cui risultato sarà accolto da tutti, e condivisione dei programmi politici da parte dell’elettorato”.
“Sulla discussione in corso incentrata sui sei mesi ad interim aspettiamo che si concludano le elezioni in Egitto, il cui ruolo e presenza nel processo politico palestinese sono fondamentali”, ha aggiunto az-Zahar, che da qui ha colto l’occasione per rispondere ad Ahmed Shafiq, canditato alle presidenziali egiziane, ex ultimo premier del regime di Hosni Mubarak, che concorre alle presidenziali con il candidato della Fratellanza Musulmana, Mohammed Mursi.
‘Shafiq sbaglia’. “Il candidato egiziano aveva ritenuto utile precisare che la capitale egiziana è il Cairo e non la Palestina. Bene, lo è anche per noi, ma non pensi Shafiq di provocare i palestinesi con simili dichiarazioni, presumendo che noi vorremmo trascinare l’Egitto in uno scontro bellico con Israele.
“Noi non interferiamo con gli affari interni di un altro Paese. Tuttavia, Shafiq non pensi di omettere di citare lo storico ruolo guida dell’Egitto nella sorte della Palestina in momenti di crisi politica come quello che abbiamo vissuto prima di raggiungere uno stabile livello di riconciliazione come il presente.
“Sbaglia Shafiq nel rilasciare simili dichiarazioni, non può coinvolgere Hamas nella corsa elettorale egiziana, e le sue parole ricordano il carattere che ha distinto il regime egiziano precedente, quando si usava sparare indiscriminatamente sulle folla di manifestanti a piazza Tahrir, quando le prigioni straripavano di dissidenti e quando la polizia torturava liberamente chiunque”.
Dal campo egiziano, az-Zahar torna a parlare di Questione palestinese, quella di un’occupazione che, a sua parere, “è sempre più in crisi”: “I raid israeliani contro la Striscia di Gaza non avranno l’effetto destabilizzante in campo politico palestinese“, Az-Zahar dieci anni fa aveva perso due figli nel bombardamento israeliano contro la sua abitazione.
Una nuova fase. “L’Egitto è il candidato più credibile per guidare la nazione arabo-islamica nella fase attuale. Siamo alle soglie di una civiltà nuova, nel rispetto dell’identità storico-religiosa della Palestina, perché il suo carattere islamico è quello che prevale, nessuno lo potrà mettere in discussione.
“Il diritto del popolo arabo-palestinese sulla terra islamica della Palestina è inalienabile.
“Stando così le cose, nessun musulmano dovrebbe rinunciarvi ed è anche per questo che noi palestinesi difendiamo le posizioni di paesi come Iran e Turchia.
“A chi parla di confini del 1967 rispondiamo, quindi, che i diritti inalienabili dei palestinesi risiedono nel 1948”.