Hamas: ‘Sì a uno Stato sovrano, ma non a spese dei diritti dei palestinesi’

Gaza- InfoPal. Isma'il Haniyah, premier del governo palestinese di Gaza ha espresso il proprio sostegno per la creazione dello Stato palestinese con piena sovranità, ma ha specificato che “esso non deve, tuttavia, realizzarsi a spese dei diritti dei palestinesi”.

Haniyah si è detto certo che “lo Stato è una conquista e non una concessione e che esso arriverà dopo la liberazione e non prima”.

“Noi vogliamo lo Stato, ma che sia uno Stato sovrano, non a spese dei diritti palestinesi. (…) Siamo d'accordo sull'essenza dello Stato, ma non intendiamo chiedere l'elemosina a nessuno per questo”.

Haniyah non ha nascosto le personali riserve in merito all'Onu “controllata dagli americani e da altri”.

“Diciamo al presidente Mahmoud 'Abbas: 'Constatata l'arroganza americana, devi ritornare verso il popolo palestinese per avviare un dialogo strategico e nazionale, e non devi correre dietro a un miraggio'”.

Sulla proposta francese per l'avvio dei negoziati nell'arco di un mese, Haniyah ha dichiarato: “L'iniziativa francese ha l'obiettivo di far ripartire i negoziati, eludendo però i diritti inalienabili del popolo palestinese. Essa perciò, non ha senso per il nostro popolo. Resta solo la validità di agire per ripristinare l'unità nazionale e il raggiungimento di un accordo su un programma comune e strategico della determinazione”.

Commentando il discorso tenuto all'Onu dal premier turco Recep Tayyip Erdoğan, Haniyah ha espresso apprezzamento: “Guardiamo con soddisfazione al discorso del primo ministro turco, e l'attenzione cha ha riservato alla questione dei diritti palestinesi, all'assedio su Gaza e al fatto che egli intende porre la questione dell'assedio israeliano come tema centrale nell'agenda della propria politica. Il premier turco ha posto la revoca dell'assedio tra le condizioni per ripristinare i rapporti con Israele”.

ll portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha definito le parole del presidente dell'Autorità palestinese (Anp) Mahmoud 'Abbas all'Onu: “emotive”.

In un comunicato stampa, Abu Zuhri ha detto: “'Abbas ha fatto una diagnosi delle sofferenze dei palestinesi, ma ha fallito nel prescrivere la cura, nel momento in cui ha riconosciuto le possibilità di tornare ai negoziati con la forza occupante”.

E ha aggiunto: “In questo modo le sue mosse sono inutili, sono solo delle tattiche per migliorare le condizioni di negoziato”, e ha invitato 'Abbas a tornare alla strategia nazionale per affrontare l'intransigenza sionista di astenersi da mosse unilaterali, simboliche e non studiate come di dovere.

Il dirigente di Hamas ha poi affermato che “la scelta di 'Abbas di rivolgersi all'Onu giunge nel momento in cui il processo di riconciliazione nazionale palestinese vacilla a causa della mancata osservanza dei punti contenuti nell'accordo.

Ma da Hamas non si sono limitati a commentare l'evento all'Onu. Il Movimento di resistenza islamica ha invitato a sviluppare una strategia nazionale fondata sulla delegittimazione dell'entità sionista, la resistenza all'occupazione, la liberazione della terra e l'autodeterminazione.

Dal movimento dichiarano: “Vi è una contraddizione pericolosa tra le premesse d'effetto usate da 'Abbas nel descrivere la tragedia palestinese che hanno conquistato la simpatia del mondo, e le conclusioni tratte.

“Nonostante 'Abbas  abbia chiamato in causa i crimini commessi da Israele, si dice comunque disposto a riconoscergli l'80% della terra di Palestina. Nel proprio discorso egli priva il popolo palestinese del Diritto al Ritorno e parla di soluzioni concordate, sottraendo al popolo il diritto alla resistenza, e ponendo limiti alle manifestazioni pacifiche.

“Si riconosce il fallimento dei ventennali negoziati, ma non esclude un ritorno ad essi.

“Nonostante i crimini sionisti, 'Abbas ha dimostrato di non voler isolare Israele e si fa vanto del modello poliziesco di Salam Fayyad, il premier dell'Anp che gode del sostegno Usa, gli stessi che si schierano con Israele.

“Per riconciliazione l'Anp concepisce solo le elezioni del Consigli legislativo (Clp) ignorando la necessità di riformare l'Olp su base democratica”.

Restano poco inquadrati i commenti rilasciati su vari livelli da entrambe le principali fazioni politiche palestinesi.

Da New York il segretario generale dell'Organizzazione di liberazione della Palestina (Olp), Yasser 'Abdo Rabbo, ha definito “al pari della reazione di Netanyahu”, i commenti provenienti da circoli di Hamas relativamente all'iniziativa all'Onu.

Da Ramallah, invece, il leader di Fatah, 'Abdallah Abu Samhadanah, ha ammesso di aspettare vivamente il ritorno della leadership palestinese, ora all'Onu, per riprendere il discorso delle tappe stabilite nell'accordi di ricoinciliazione nazionale con Hamas.

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